“La campagna vaccinale ha funzionato straordinariamente, la popolazione vi ha aderito con grande entusiasmo e spero che si vada ancora avanti. Mi rivolgo ad una grande organizzazione sindacale, con una grande storia di avanguardia e di progresso: la campagna vaccinale deve entrare nei luoghi di lavoro, deve farlo rapidamente e con l’accordo di tutte le categorie e le parti sociali. Dev’essere una battaglia comune, che equivale a quelle che avete combattuto per la sicurezza sul lavoro ed è indispensabile per ridare centralità al mondo del lavoro di cui siete paladini e testimoni”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti intervenuto questa mattina al convegno della Cgil a Genova.
Il presidente Toti ha poi parlato dello sviluppo futuro della Liguria e del Paese: “Stiamo finalmente uscendo dalla pandemia che è costata molto dolore in termini di vite umane e in termini economici. Oggi anche grazie al Pnrr ci troviamo in una condizione unica a livello nazionale, con stime di crescita paragonabili al Dopoguerra. Abbiamo davanti a noi tre o quattro anni di straordinario sviluppo, che tutti insieme dobbiamo saper sfruttare al meglio”.
In questa direzione, il presidente della Regione ha sottolineato l’importanza della scuola e della formazione che “sono fondamentali in un Paese che ha bisogno di costruire un’offerta qualificata di lavoro, attraverso una riforma degli enti della formazione professionale, indispensabile per formare quelle professionalità che aiuteranno nei prossimi anni la nostra economia a crescere. È una sfida epocale: la crescita economica sarà collegata ad una gigantesca transizione di professionalità, di modello di impresa, di produzione di energia. Tutto questo significa formare professionalità che già oggi scarseggiano”.
Al contempo “sulle regole, sugli appalti, sulla flessibilità per scaricare a terra i fondi europei serve un grande patto, ampio e condiviso – conclude Toti - in modo da riuscire ad investire nei tempi previsti le risorse che arriveranno. Un pezzo di questa strada la deve fare il Parlamento, ma un altro pezzo è fondamentalmente culturale: serve quell’etica della responsabilità da cui non si può prescindere, con un gigantesco impegno di tutti noi, senza confondere i ruoli ma con una visione comune di Paese”.