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Modifiche allo Statuto regionale, "Il suicidio di un'assemblea rappresentativa"

L'analisi di Paolo Bufano esponente del PD e cultore di Diritto Costituzionale presso l'Università di Pisa

Secondo Giovanni Sabbatucci - uno dei massimi storici viventi, allievo di De Felice - si deve parlare di "suicidio di un'assemblea rappresentativa" quando chi detiene in essa la maggioranza la induce ad introdurre, senza violare la legalità formale, le innovazioni più traumatiche, più lesive della legalità statutaria sostanziale e delle sue stesse prerogative sovrane. Anche Toti nel suo piccolo sta facendo un tentativo in questo senso.
Come? In pratica se le modifiche allo Statuto regionale che si accinge a fare approvare in Consiglio saranno votate, chi governa la Regione - il Presidente in persona - godrà, spiega Ferruccio Sansa, di una potestà quasi assoluta.


In primo luogo viene istituita la figura dei Sottosegretari. Saranno tre: altre poltrone, altri soldi dissipati. Ed altri segmenti di potere affidati a fiduciari che rispondono soltanto al Presidente, come i componenti delle Unità di Missione e i Commissari. Tutti scelti dal Presidente in perfetta solitudine e senza controlli. Tutti revocabili in qualsiasi momento. Poi ci saranno i Consiglieri regionali delegati... Come scrive efficacemente Sansa, presto Toti disporrà di una 'milizia politica personale'. A cui si aggiungono, ovviamente, gli assessori. Ma questi ultimi, almeno, in Giunta possono votare anche contro il Presidente. Insomma, hanno diritto a manifestare dissenso, i 'miliziani' invece no.


Non solo, sottolinea Sansa. Cade la separazione tra il potere esecutivo del Presidente e quello legislativo (ma anche di controllo) del Consiglio. In sostanza tra chi approva le leggi e chi le applica. Perché, come si diceva, nascono le figure dei sottosegretari (che potranno essere anche consiglieri) e dei consiglieri delegati (in pratica dei consiglieri che ricopriranno un ruolo a metà strada tra esecutivo e legislativo). Immaginate in concreto le conseguenze: i Consiglieri - che hanno il compito istituzionale di approvare le leggi e di controllare l'operato del Governo regionale - potranno essere arruolati anche nella squadra di chi governa. Staranno da entrambe le parti della barricata. Il Presidente - rileva Sansa - potrà promuovere Sottosegretari (o consiglieri delegati) - i consiglieri più fedeli. O potrà viceversa scegliere i più critici proprio per condizionarne le posizioni o per ammorbidirne il dissenso...


È evidente il disegno di Toti di prevaricare il Consiglio, di svuotarne le attribuzioni, di trasformarlo in un consesso dalle mansioni solo consultive che dà pareri non vincolanti.
Ma vi è molto di più.

La Giunta potrà porre la questione di fiducia "su tutti i provvedimenti più delicati".


Il disegno è chiaro: "Se i consiglieri votano contro il Presidente" - annota Sansa - "se ne vanno a casa. Perdono il lavoro, la poltrona e le palanche".
È il più subdolo ma formidabile deterrente contro il divieto di mandato imperativo, il diritto di critica, la libertà di espressione e l'obiezione di coscienza.
Grazie a due articoli dello Statuto riformato da Toti, di fatto il Consiglio Regionale perderà quasi tutta la sostanza delle sue competenze, delle sue attribuzioni, della sua libertà e piena rappresentatività.
Basterà, si dice nella proposta di modifica dello Statuto, che i provvedimenti da votare riguardino "il Programma di Governo" oppure siano "questioni di particolare importanza" e Toti potrà porre la fiducia.
Certo - si potrebbe obiettare - la fiducia esiste anche in Parlamento. Ma c'è una differenza sostanziale: alla Camera e al Senato quando si nega la fiducia al Governo non si va a casa. In questo caso invece la sfiducia equivale al ritorno alle elezioni.


In pratica ciascun Consigliere Regionale sarà sotto schiaffo: o voterà la fiducia o se ne andrà a casa.
Si tratta di intollerabili forzature contro le quali è auspicabile non solo l'intervento degli organi di governo e di garanzia che hanno titolo per intervenire ma anche un'ampia e trasversale mobilitazione popolare e democratica a tutela dei diritti di libertà, di libera espressione e di rappresentanza politica che Toti cerca di comprimere in Liguria.

 

Paolo Bufano esponente del PD e cultore di Diritto Costituzionale presso l'Università di Pisa

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