"Dopo anni di continue favole e senza nessun confronto con la comunità, l’Amministrazione si appresta a stravolgere ulteriormente l’assetto delle scuole nel nostro Comune.
L’attuale Amministrazione ha basato il proprio consenso sulla parola d’ordine “Una scuola in ogni Borgo”, alla luce delle proposte fatte ultimamente, dopo aver a suo tempo chiuso la Cochrane, abbandonato la scuola di Tellaro, chiuso i servizi educativi per seconda infanzia e preadolescenza Cecco Rivolta a San Terenzo e Aquilone Blu a Lerici intende eliminare il plesso dell’Augenti nonchè l’attuale Nido.
L’idea guida pare quella di accorpare tutto in pochi edifici e con ridottissimi spazi esterni, dimenticando completamente che una scuola non è solo un edificio ma un progetto pedagogico.
Appare con chiarezza come la priorità dell’attuale Amministrazione sia la sistemazione dei propri uffici.
Al contrario il momento storico che stiamo vivendo, legato alle disposizioni di contenimento dell’epidemia Covid 19, ha reso evidente a tutti quanto sia urgente dare importanza agli spazi di qualità a disposizione dei servizi educativi. Non sono idee radicali e nemmeno di ispirazione post pandemica le posizioni pedagogiche più moderne che vogliono una scuola il più possibile all’aperto: dobbiamo procurare alle bambine e bambini occasioni di apprendimento dentro la comunità di paese o di quartiere, riservando spazi esterni per loro. Lo spazio influenza le relazioni e non c’è cura delle relazioni se non c’è cura dello spazio. Modificare lo spazio è creare mondi educativi.
A fronte di mirabolanti progetti per parcheggi e porticcioli turistici non si prevede nessun progetto o obbiettivo ambizioso per inserire il nostro Comune in un percorso che lo traghetti fra le eccellenze educative e pedagogiche. Ma anzi: ogni idea che riguardi la scuola e l’educazione è subordinata a lavori pubblici e urbanistica.
Analizziamo situazione per situazione partendo dalla proposta più perniciosa e cioè la collocazione del Nido d’Infanzia e della Scuola Materna nell’attuale edificio della Scuola Poggi
NIDO D’INFANZIA
I Nidi d’Infanzia sono regolamentati da leggi regionali. Le scuole dell’Infanzia da leggi statali. Le prime, per il fatto di essere gestite direttamente dai comuni che, in un primo momento, le attivarono solo esclusivamente per sostenere le madri lavoratrici, hanno subito, nel tempo, una notevole trasformazione creando in Italia, una vera e propria scuola pedagogica, apprezzata in tutto il mondo. Il punto di forza di questa scuola, basata sui metodi Montessori e Malaguzzi, è dato proprio dal comprendere il grande valore del contesto educativo in cui il bambino cresce e trova il modo di esprimersi. Lo spazio educativo e la sua organizzazione diventano il motore dell’esperienza educativa.
Oggi non si può pensare a realizzare un “nuovo” Nido d’Infanzia senza raccogliere tutto questo; gli spazi educativi dei bambini devono essere costruiti e pensati per i bambini (piccoli); i progetti pedagogici che descrivono l’organizzazione della vita al Nido prevedono la descrizione degli spazi educativi, le aule, gli angoli creativi, il loro uso, la dotazione di oggetti e di arredi su misura, gli spazi esterni, l’esperienza diretta con la natura...non tenere conto di tutto questo e pensare al Nido d’Infanzia come ad un pratico contenitore di bambini, comodo e sicuro, ci riporta pedagogicamente al tempo della pietra. Così si butta via un patrimonio (imitato in tutto il mondo) di conoscenze e di opportunità di crescita e di benessere per i più piccoli.
La L. R. Liguria n. 6/2009 e il DGR n. 222/2015 - Standard strutturali rappresentano gli attuali riferimenti normativi vigenti in Liguria e inquadrano tutto il percorso elaborato dalla nostra Regione per potenziare la qualità pedagogica, didattica e organizzativa dei servizi 0-3 e prevedono tra l’altro un’area esterna non inferiore mq 5 \ bambino. comprensiva di spazi occupati da alberi o orti botanici, recintato e uso esclusivo bambini del servizio.
-La nostra proposta per il Nido d’Infanzia è quella di realizzare ex novo una struttura al posto dell’ex scuola di Pozzuolo. In una realtà immersa nel verde realizzare un Nido all’avanguardia sia come offerta pedagogica che strutturale utilizzando tecniche innovative per creare un edificio a basso impatto ed a consumi ridotti, progettato appositamente per i più piccoli, che veda di nuovo la presenza di una sezione lattanti (la più indispensabile per famiglie in cui entrambi i genitori lavorano) ed una sezione Primavera, dotato di attrezzato ed idoneo spazio verde.
Scuola dell’Infanzia
È indubbio che l’Augenti, se paragonata ad un istituto costruito con tale destinazione, presenta carenze funzionali ed essendo datata può non rispondere perfettamente alle disposizioni normative attuali. È chiaro che se ci si trovasse nelle condizioni di scegliere fra l’Augenti e un fabbricato nuovo di zecca super-tecnologico e normativamente adeguato ai canoni attuali, l’ edificio perderebbe la partita....tuttavia, proprio perché esistono deroghe a determinate disposizioni di norma è chiaro che tutti quegli schemi rigorosi (peraltro poche caratteristiche tecniche vengono citate dal RSPP), non sono così indispensabili.)
E che esistano deroghe è una fortuna, altrimenti sarebbe a rischio anche l’asilo Carpanini.
Che poco si adatti poi ai bimbi è opinabile....in realtà il fatto che assomigli più a una casa, data l’età dei bimbi, diviene sinonimo di accoglienza.
-Alcune caratteristiche e criticità si possono migliorare, in termini di sicurezza, basta volerlo e spendere un po’ di soldi. D’altronde è evidente che anche destinarla ad uffici dovrà prevedere di adeguare le vie di esodo alle vigenti norme antincendio (che sono le stesse), non si capisce perchè non lo si possa fare mantenendo l’uso scolastico.
E’ chiaro che se uno invece vuole “abbatterla” l’Augenti è una preda “facile” perché non nasce come asilo, in ogni caso non è che la Poggi sia un mostro d’adeguatezza e poi è alquanto triste per quel target di età.
In ultimo ricordiamo che quella struttura è soggetta ad un lascito vincolato molto chiaro nella sua destinazione di cui riportiamo il testo :
“Il Comune di Lerici dovrà adibire il compendio immobiliare donato a scuola materna o a scuola elementare (per le prime classi); il fabbricato non potrà essere demolito e non potrà assolutamente essere adibito ad altri usi (come pure il giardino). Potranno essere eseguiti solamente lavori di ampliamento o trasformazione, sia internamente che esternamente, per rendere il fabbricato più idoneo all’uso per cui viene donato (e cioè destinazione a scuola materna o elementare).
Il Comune di Lerici non potrà mai alienare il compendio immobiliare in oggetto, sia completamente che parzialmente, per nessuna ragione. “
Ciò premesso diviene concreto il rischio, cambiandone la funzione ed essendo gli eredi in vita, di un contenzioso che si concluda con la perdita del bene. Oltretutto dopo aver rassicurato per anni i genitori che l’edificio sarebbe tornato alla sua funzione. Sarebbe in ogni caso un’azione in completo dispregio della volontà della defunta e scoraggerebbe iniziative analoghe.
-Fiori: L’attuale edificio, con idonea progettazione, appare adeguato per ospitare primaria e secondaria primo grado. Riteniamo prioritario l’allestimento di idonee aule per la musica, un laboratorio di scienze e l’aula di informatica
-Archivio storico: la nostra proposta è che la preziosa collezione venga collocata in apposito edificio utilizzando i volumi della palazzina ex Teti
-La nostra proposta è che l’edificio della Cochrane a Pugliola, adeguatamente restaurato dopo anni di abbandono, divenga un centro culturale e sede di associazioni
-La nostra proposta è che il plesso di San Terenzo via Milano mantenga la destinazione attuale vista la perfetta rispondenza degli spazi non solo dedicati alle aule tradizionali ma anche destinate agli alunni certificati, nonchè dotata di una attrezzatissima area dedicata all’informatica.
L’area esterna inoltre risulta particolarmente idonea per quella fascia di età risultando ben esposta, dotata di sufficienti alberature e completamente recintata per essere agita in sicurezza.
-La nostra proposta per il plesso di San Terenzo Mantegazza è che sia fin da subito nuovamente adibito ad ospitare la secondaria di primo grado, verificando l’eventuale recupero delle aule attualmente ospitanti associazioni di cui va accertata l’attuale attività sul territorio. Tali spazi garantirebbero anche in quel plesso la possibilità di realizzare idonei laboratori per musica, scienze e informatica, così come corsi pomeridiani per attività extra curricolari, centri ricreativi, ecc
In questa prospettiva, non si capisce la logica, apparsa sulla stampa, dello scambio tra Garibaldi e Mantegazza, se non per interesse del Comune nei confronti dell’edificio in via Milano.
Nel caso poi l’Amministrazione intendesse proseguire con l’idea di un polo unico in via Gozzano c’è da capire con quale progetto, con quali tempi; occorre porre attenzione agli spazi mensa (l’attuale dimensione obbligherebbe a più turni fra Infanzia e primaria) agli spazi esterni e alla sicurezza degli accessi. Per cui chiediamo fin d’ora che la progettazione sia affidata a professionisti specializzati che operino di concerto con l’Istituto Comprensivo.
-Per chiudere il cerchio di un complessivo progetto sull’educativo occorre porsi anche l’obiettivo di fornire un progetto su preadolescenza ed adolescenza che esca dai confini dell’emergenza e degli strumenti repressivi: proponiamo aule studio e un gaming zone; sinergia con le associazioni sportive; attività laboratoriali con il Cardarelli artistico\musicale; maggiore attenzione ai mezzi pubblici per le frazioni in orari studenti; educativa di strada e nucleo prevenzione e riduzione danno specifiche su utilizzo stupefacenti e alcolici; somministrazione a tutti i minori del territorio e alle famiglie questionari anonimi su devianza qualità vita etc ...
Riteniamo che un’offerta completa e strutturata, che copra tutto l’arco generazionale che può giovarsi di un percorso educativo sia fondamentale nell’attrarre nuovi elementi, indispensabili al mantenimento dell’autonomia del nostro Istituto Comprensivo, evitandogli di ricadere sotto la competenza di Arcola-Ameglia o della Spezia.
Siamo anche convinti che una migliore ed innovativa proposta in questo campo diverrebbe attraente anche per nuovi residenti".