La comunicazione di un’istituzione come quella del comune della Spezia è soggetta a regole precise regolamentate dalla legge150/2000 "Disciplina delle attività di comunicazione e informazione nella PA", compiuta attraverso un ufficio stampa e spesso da un portavoce che risponde in modo fiduciario e diretto al sindaco che lo ha chiamato nel proprio staff.
In particolare l’ufficio stampa assolve, compiti istituzionali di informazione, mentre il portavoce è in stretto collegamento con il vertice politico delle amministrazioni.
Il 10 novembre 2011 il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti, approvando la Carta dei doveri dei giornalisti degli uffici stampa ha definito come attività di Ufficio Stampa: "una funzione d'informazione prettamente giornalistica, in quanto diffonde notizie per conto di aziende, organismi, enti privati o pubblici. Escludendone dalla attività svolta “differenti aspetti della comunicazione, come relazioni pubbliche, relazioni con i cittadini, marketing e pubblicità ".
Gli indirizzi che sono stati diffusi dall’autorità di sorveglianza che richiama alla presidenza del consiglio prevedono letteralmente che: “La funzioni principali dell’ ufficio stampa sono quelle di selezionare, filtrare e veicolare il flusso delle informazioni provenienti dall’interno dell’ente/organizzazione verso gli organi di informazione. ...Hanno l’ambizioso obiettivo di fare in modo che i giornalisti si occupino del loro Ente in eventi positivi e che altresì si indirizzino a loro come fonti attendibili anche in eventi di crisi invece che rivolgersi ad altri. L’ufficio stampa interviene sull’informazione diretta al giornalista, e sui suoi modelli di elaborazione dell’informazione attraverso una continuativa opera di promozione della PA: dei suoi successi e delle sue novità. Il mestiere dell’ufficio stampa è comunicare all’esterno dell’organizzazione, e per farlo bisogna essere credibili perché la perdita di credibilità equivale a un danno difficilmente quantificabile ma di lungo periodo in termini di: passaparola negativi, discredito, inattendibilità e procedimenti disciplinari.”
La figura del Portavoce, incarico fiduciario di mandato con il vertice dell’ ente (Sindaco), cura i rapporti di carattere politico-istituzionale del vertice dell’Ente con gli organi di informazione, ma trova secondo la stessa disciplina un’attività di informazione politica nel suo complesso, ossia informazione da parte degli organi politici e non solo del vertice politico di un’amministrazione. Secondo Paolo Pierantoni (autore del testo “La comunicazione Istituzionale”) quella del portavoce è “una figura innovativa che coniuga una elevata competenza professionale con un rapporto di fiducia e di appartenenza con il capo dell’amministrazione, di cui deve essere capace di comunicare scelte, orientamenti e strategie. E’ dunque uomo di parte, ma capace anche di difendere i valori di ogni singola istituzione. Deve essere il punto di riferimento costante, la ’’voce’’ dell’istituzione nel rapporto quotidiano con i media e le varie espressioni della società’’.
Fatta questa lunga premessa, appare evidente che quel che accade sempre più nel Comune della Spezia, di cui Lei , Dottor Peracchini è sindaco e assessore alla comunicazione, è che i due uffici siano sempre più asserviti non all’ente ma solo alla sua figura Signor Sindaco che gode anche dei servizi affidati a una società esterna il cui primo incarico, con adeguato compenso, è stato quello di formare ufficio stampa e portavoce alla comunicazione sui social, salvo poi continuare il rapporto di consulenza con l’affidamento della comunicazione social dell’ente, quasi che l’attività di formazione sia stata inutile e quindi a nostro avviso cagionando una spesa in danno erariale. Tornando al ruolo di portavoce è bene precisare che “il suo ruolo è comunicare le politiche di governo e non la politica di un partito di maggioranza piuttosto di un altro: il suo compito fondamentale è, in sintesi, di tradurre e comunicare il programma istituzionale dell’amministrazione.”
In questo la differenza tra portavoce di un uomo politico è abissale. Infatti mentre un uomo politico può comunicare l’interpretazione della verità che passa attraverso il suo credo politico e quindi può celare, non dire, non chiarire alcune informazioni in nome del primato del partito di appartenenza, questo non può avvenire per chi comunica per conto di un’amministrazione anche se in un ruolo di parte.
La domanda ora è questa: “Ufficio stampa e Portavoce, quantunque quest’ultimo in un ruolo di parte, possono falsare attraverso i loro comunicati che sono la voce dell’amministrazione le notizie inviate alla stampa? Possono affermare come nell’ultimo caso denunciato da Sunia Sicet e Uniat che le risorse in favore del pagamento degli affitti sono state stanziate da comune e regione invece di darne la provenienza corretta di fondi governativi?”
“ Le dirette sui social del primo cittadino, fatte dal suo ufficio e durante manifestazioni ufficiali, possono avere il sigillo di corretta informazione veicolata dall’ente, secondo le norme a cui richiamano gli uffici stampa e le attività in carico ai portavoce se non hanno una preventiva testualità affidata anche agli organi di stampa rimanendo invece una “recita senza copione?”
Uno scivolone come quello fatto da Toti con il Twitt sugli anziani è dietro l’angolo, ma la sua era una opinione non condivisibile non un’affermazione falsa delle attività della sua amministrazione.
Quindi Dottor Peracchini faccia attenzione, ma ancor più lo facciano i suoi collaboratori probabilmente vittime di questo modo di operare, perché per un politico mentire non è un reato ma per un amministratore, un dipentente/collaboratore dell’Ente, su una pratica amministrativa invece è oltre che disdicevole anche punibile.
La domanda quindi seppur retorica è: “Quel pezzo riguardante “Sunia, Sicet e Uniat circa le risorse in favore del pagamento degli affitti è stato frutto dell’iniziativa dell’ufficio o è stato indicato da Lei Signor Sindaco?”
Massimo Baldino Caratozzolo (Gruppo Misto)
Federica Pecunia e Dina Nobili (Italia Viva)