"Nessuno mette in discussione - spiega - le legittime rivendicazioni, né gli strumenti tipici del sindacato, come lo sciopero. Ma incrociare le braccia mentre la nazione è impegnata nello sforzo bellico contro il Covid è qualcosa che suona surreale. E, consentitemi, anche un filo provocatorio verso tutti quei cittadini che vorrebbero lavorare ma non possono farlo perché le loro attività hanno le saracinesche chiuse per legge, per evitare che il virus si espanda e dunque per difendere dal contagio anche coloro che il 9 dicembre sciopereranno.
"Il Covid, che la scorsa primavera ci ha uniti, oggi sta dividendo sempre di più questo Paese: ci sono persone garantite, che nonostante il virus ricevono ogni mese il loro stipendio, e persone costrette a non lavorare per tutelare la salute di tutti. E sono proprio loro, i non garantiti, che meritano rispetto e attenzione.
Come disse l’Ammiraglio Nelson ai marinai inglesi prima della battaglia di Trafalgar: in questo momento cruciale, la nazione si aspetta che ogni uomo faccia il suo dovere fino in fondo. Scioperare, proprio nel ponte dell’Immacolata, non mi sembra all’altezza del ruolo che sindacati e lavoratori hanno avuto nella nostra storia. Torniamo uniti”, conclude Toti.