“Oltre ad una serie di incompiute, il mandato Peracchini si sta caratterizzando anche per una forte politica di privatizzazione del patrimonio pubblico cittadino", così il consigliere del Partito Democratico Marco Raffaelli.
"Abbiamo assistito in questi tre anni ad una serie di alienazioni di spazi comunali che non solo sono stati un punto di aggregazione sociale per i cittadini di interi quartieri, ma che possiedono anche una forte storicità, e perciò un pregio non secondario".
"La vicenda più famosa, anche per la protesta che suscitò nei residenti, riguarda la Casina Rossa di Pegazzano ed il Parco del Colombaio".
Ma non bisogna scordare anche altre operazioni di vendita: il bellissimo edificio del fu Grand Hotel Spezia di fine 1800, poi diventato nel passato più recente sede del Provveditorato degli Studi; il Parco Sabrina a Pagliari; l’edificio che, ai giardini, si colloca nei pressi della statua del Garibaldi, dov’è stato ospitato per molto tempo lo IAT".
"E si potrebbe continuare. Gioielli del centro storico e delle periferie sui quali Peracchini non ha pensato neppure un secondo di investire per restituirli alla città facendone sedi culturali, o di nuovi servizi".
"Ma il centrodestra persevera nel dare schiaffi alla nostra storia. Ad Agosto la Giunta ha deliberato nuovamente una serie di alienazioni, forse passate un po’ sotto traccia per l’inizio della campagna elettorale. Tra queste, viene riproposta la “Residenza dei Padri Gesuiti” di Via XX Settembre".
"Edificio che peraltro fu oggetto di permuta tra il Comune e le cooperative di Don Martini nello scorso mandato. Si era deciso infatti di scambiare alcuni locali di Via Napoli e di Via Lamarmora, di proprietà comunale, ed oggi utilizzati per scopi sociali, con la struttura dei Gesuiti. Pensando di destinare la parte alta di quest’ultima ad attività ricettiva a basso costo (si vociferava un foresteria, vista la presenza di numerose camere), mentre nei locali terreni si ipotizzava l’insediamento di servizi di prima infanzia".
"Insomma un piccolo progetto per andare da un lato incontro alla crescita della vocazione turistica della città, dall’altro per rispondere ad un’esigenza delle famiglie della zona che non trovano ad oggi strutture di prima infanzia nei dintorni, ed a supporto della realtà di Piazza Verdi, i cui spazi sono sempre meno".
"Si faticano a comprendere i motivi per cui idee di questo tipo, funzionali alla comunità, si abbandonino completamente. Rispetto a quale alternativa poi? Non c’è strategia, ne valorizzazione. Ci si ritrova di fronte alla pura dissipazione del patrimonio pubblico e storico della città. Sarebbe forse più saggio fermarsi a riflettere e cambiare orientamento".