Nella diffusa carenza di aplomb e di sensibilità istituzionale che caratterizza la destra italiana e quella ligure in particolare è ancora possibile fare delle distinzioni. Così, a Genova, il sindaco Bucci ha fatto chiaramente intendere a due dei suoi assessori (Balleari e Fassio) che si candidano alle elezioni regionali che era opportuno che si dimettessero: un passo indietro vero e proprio, per evitare che l'interlocuzione con l'elettorato e la ricerca del consenso risultino inevitabilmente condizionate dal ruolo ricoperto e dai poteri esercitati o esercitabili in futuro. E i due si sono correttamente dimessi, spogliandosi incondizionatamente di ogni prerogativa e di ogni mansione connessa alle loro deleghe.
Ben diversamente, a Sarzana, due assessori (Eretta e Italiani) si sono candidati alla Regione senza che la sindaca, il cui aplomb istituzionale è quello che i Sarzanesi hanno già sperimentato in più occasioni, battesse ciglio. I due ad un certo punto - tardivamente - hanno fumosamente dichiarato che si 'autosospendevano' dal loro incarico, precisando tuttavia che le loro deleghe erano solo temporaneamente restituite alla sindaca, e che essi avrebbero comunque mantenuto - prodigiosamente - lo status di assessori e che rimangono comunque a disposizione dei cittadini (ed elettori) per raccoglierne le sollecitazioni, per occuparsi dei loro problemi, senza bisogno di attendere la conclusione del fastidioso intervallo elettorale...
Una abile stratagemma per ottimizzare i tempi della campagna elettorale, accantonando temporaneamente il fastidioso tran tran quotidiano dell'ufficio assessorile per potersi occupare a tempo pieno della raccolta del consenso, ma con addosso le insegne da assessore o comunque di chi presto tornerà a farlo. E magari avendo anche la pretesa di fare bella figura, dato che la sindaca - manco a dirlo - li ha elogiati per il nobile gesto.
Francesca Castagna candidata del Pd al Consiglio regionale