Ancora un tentativo di stupro, ancora la violenza su una donna, su un corpo che sembra non avere dignità.
Le cronache sono piene di queste notizie, ma, ogni volta che accade, tutte noi ci sentiamo coinvolte e proviamo un'emozione che affonda le sue radici nella parte più intima dei nostri sentimenti e del nostro sentirci persona.
E a nulla valgono le riflessioni, le conquiste, la consapevolezza, perché, ogni volta, viene dichiarata la nostra debolezza.
Allora sono due i filoni su cui lavorare: il primo è la solidarietà/sorellanza/vicinanza alle donne vittime di violenza, perché non si sentano sole e non vivano questa esperienza ripiegandosi su se stesse, ma l'altra azione è quella di rimetterci insieme. È il momento di creare un nuovo movimento delle donne; un movimento catalizzatore delle tante esigenze che l'universo femminile esprime, soprattutto in questo momento storico in cui sono emerse con prepotenza le contraddizioni che erano latenti e silenti, coperte da abitudini e da un continuo arretramento della nostra condizione.
Così che fossero soltanto alcune categorie di uomini quelle che ci aggrediscono, ci maltrattato fino ad ucciderci, sapremmo meglio difenderci e non ci sentiremo sempre in pericolo. Non è così: lo dicono le cronache e lo dicono le nostre esperienze personali.
Ancora una volta gli uomini che sono intervenuti in questa occasione hanno dimostrato di avere un grado di consapevolezza delle relazioni molto basso, basato su stereotipi che hanno una funzione autoassolutoria...
Ne è un esempio l'attacco strumentale alle donne che hanno espresso la loro opinione.
Non sono i maschi neri, non sono gli ignoranti, non sono i poveri i nemici delle donne. I nemici delle donne sono gli uomini e di questo dobbiamo averne consapevolezza.
Conferenza Donne Democratiche - La Spezia
