Riprendersi gli spazi, dare il via ad un percorso di dialogo e riaffermare l'antifascismo spezzino: queste le premesse che hanno dato il via al presidio di oggi pomeriggio in piazza Mentana, dal titolo '0187: chiamata antifascista'.
Hanno spiegato gli organizzatori: "Gli atti di violenza squadristi che hanno scosso la città sono solo il punto di inizio", quindi una scintilla che ha dato il via a questo percorso. "Da lì abbiamo iniziato un dialogo tra di noi, mettendoci insieme e creando un luogo di confronto, dove ognuno ha la possibilità di portare le proprie idee, le proprie proposte".
Il 12 luglio un nuovo momento, un'assemblea al Palco della Musica: "Sarà per noi un'occasione dove ognuno potrà dare il proprio contributo per ripensare alla città che vogliamo: ci piacerebbe dare il via a laboratori settimanali nei quali ognuno potrà portare le proprie competenze, mettendosi a disposizione della comunità". Ciò che manca, secondo gli organizzatori del Collettivo: "Momenti di socializzazione e spazi adeguati soprattutto per i giovani".
L'antifascismo alla base di tutto: "Dobbiamo dare una risposta concreta, anche autorganizzandoci, senza aspettare nessuna chiamata e pensando ad occasioni come questa. Spesso si chiudono gli occhi e si fa finta di non vedere, ma il neofascismo è presente in questa città. Si muove con un linguaggio preciso e con gesti precisi, come gli atti di squadrismo violento che abbiamo visto recentemente. Anche l'antifascismo non è diventato come avrebbe dovuto un movimento collettivo, ed è in questa direzione che dobbiamo andare. Gli spazi neofascisti vanno chiusi perché sono luogo di crescita di ideali. La strada è lunga, il lavoro tanto e l'antifascismo non può essere relegato ad una spilla, ma deve essere vivo e vissuto quotidianamente".