Non vogliamo tornare su quei punti, perché ognuno restituirebbe la solita lettura che ha già espresso, ma anche perché commenti possono spendersi sulle novità delle ultime ore.
La Regione ed IRE hanno difatti scritto un’altra brutta pagina nella vicenda, contrattualizzando, con apposita determina, una consulenza legale, che costerà decide di migliaia di euro. Altre risorse pubbliche impegnate sull’opera ma depauperate in consulenze, come se gli uffici tecnico/legali della Regione non siano in grado di fare il proprio lavoro.
Però quello su cui vogliamo porre l’attenzione, è che nell’atto emergono altri aspetti importanti, rivelatori delle intenzioni di Toti e della Viale.
Si legge innanzitutto, nelle considerazioni che aprono il testo, che vi dovrà essere un “aggiornamento del progetto per gli aspetti sanitari e funzionali, rendendolo conforme alle disposizioni del D.M. n. 70 del 2 Aprile 2015 (Decreto Balduzzi) e al piano socio sanitario per il triennio 2017/2019, con la precisazione che la revisione delle funzioni ospedaliere dovrà essere predisposta da ALISA”. Apprendiamo quindi che il progetto subirà delle modifiche, non solo strutturali sul contenitore, ma anche sostanziali, sul contenuto, perché si andrà a rivedere come riempire la struttura nei servizi di assistenza sanitaria.
Proprio scegliendo di agganciarsi ai parametri del Decreto Balduzzi solo per la parte che riguarda i bacini d’utenza Toti e Viale recano consapevolmente un grande torto agli spezzini, perché vanno a depotenziare e sottrarre funzioni alla sanità che il nostro territorio aveva assorbito da tempo. Potranno così esser portate via a Spezia parti importanti come: emodinamica, chirurgia vascolare, nefrologia, chirurgia toracica, geriatria, pneumologia, neonatologia. Tutte competenze acquisite negli anni.
Ma non finisce qui.
Andando più avanti nella delibera vi è scritto che la realizzazione della struttura avverrà attraverso “l’individuazione dei più idonei strumenti di paternariato pubblico/privato”. Una costruzione e gestione totalmente pubblica non è menzionata neppure una volta. Toti e Viale la scartano a prescindere, perché la loro volontà è che vi mettano mano anche i privati.
Ecco allora che altri pezzi si vanno ad incastrare nel puzzle, andando sempre più a scoprire il disegno complessivo della destra regionale e spezzina sul nuovo ospedale: quella di depotenziare totalmente la sanità pubblica.
Perché una volta finita l’opera sicuramente i privati vorranno mantenersi attivi in una parte di gestione.
Perché quando i cittadini avranno bisogno dei servizi che ci verranno tolti dovranno scegliere se andare a curarsi altrove, aumentando le fughe, o bussare alla porta dei privati.
Anche questa volta, come lo fu per la rescissione del primo contratto di appalto, la destra nasconde nei dettagli tecnici delle carte i danni che reca alla nostra sanità. Ed ancora una volta il Sindaco acconsente, invece che difendere i diritti dei suoi concittadini.
Come dicevamo all’inizio, le opinioni sui perché delle vicende passate tra noi e la destra divergono. Ma guardando come i singoli pezzi vanno a combaciare, ci sentiamo di dire che molto probabilmente quelli che hanno dato la chiave di lettura corretta non sono loro.
Mesi fa, mentre si chiudeva il cantiere, dicemmo che la battaglia contro chi governa la Regione e la città sarebbe stata quella della tutela e del mantenimento di una sanità pubblica.
E difatti il suo smantellamento procede, anche velocemente.
È giusto che gli spezzini lo sappiano e che la città ne prenda coscienza, perché solo con una forte mobilitazione si potrà impedire.
I Consiglieri comunali PD
Marco Raffaelli
Dina Nobili
Luca Erba
Massimo Baldino Caratozzolo