I soldi dello Stato (150 milioni di euro a livello nazionale, circa 4,5 per la Liguria) e della Regione devono coprire, tramite i Comuni, gli extracosti sostenuti da nidi, materne e centri estivi a causa del Covid-19. Sotto questo profilo la politica dei voucher fin qui adottata dalla Giunta ligure ha fallito: servono contributi mirati agli enti gestori, per evitare che i costi ricadano sulle famiglie o che molte delle strutture non riaprano. Per garantire le misure anti-Covid, infatti, bisogna aumentare il numero degli operatori per organizzare le attività dei bambini in piccoli gruppi, è necessario attrezzare, per la sicurezza di tutti, strutture divisorie, dotare i lavoratori di mascherine, sanificare i locali: tutte spese di cui si devono far carico le istituzioni. La Regione al momento non ha fatto nulla: al di là dei proclami di Toti non solo sarà praticamente impossibile che i centri estivi aprano il primo giungo, ma molti potrebbero non essere pronti neppure l'8.
Questa mattina durante le audizioni in Commissione è emerso chiaramente che nidi e materne non hanno avuto alcun giovamento dai voucher della Fase 1 inviati, con scarso risultato, dalla Regione Liguria direttamente alle famiglie. Ciò è andato a scapito delle strutture e dei dipendenti. L'80% delle famiglie, alla fine, non ha chiesto i voucher perché la pratica burocratica per ottenerli è parsa sin da subito farraginosa: le famiglie dovevano anticipare i pagamenti per ricevere risorse che poi sarebbero andate, dopo mesi, alle strutture (i voucher, appunto); soldi che non avrebbero necessariamente coperto il 100% dei costi delle materne e dei nidi. L’effetto, com'era prevedibile, è stato nullo.
Inoltre, malgrado le promesse della Giunta regionale, che si spende in continue dichiarazioni a favore di scuole paritarie e nidi, oggi in Commissione le strutture hanno denunciato di non aver avuto possibilità di chiedere a Filse né le misure della liquidità previste per le aziende, né quelle per coprire i costi per dispositivi e misure di sicurezza. Il rischio è che a settembre non riaprano molti nidi e materne, con una ricaduta drammatica sulle famiglie liguri.
Prendiamo atto che, generalmente, le istituzioni e la politica si siano dimenticate dei bambini nella fascia da 0 a 3 anni e che le Regioni abbiano aperto questo capitolo, ma la logica di aiuto diretto alle famiglie non consente né di offrire garanzia al sistema, né di dare un aiuto immediato alle aziende profit e non profit.
Purtroppo la fascia 14 – 18 anni non esiste per alcuna istituzione, anzi la denuncia è che, i ragazzi in comunità, sono reclusi (e di questo ci occuperemo a breve): assistiamo a una violazione dei diritti dei minori, per garantire alle istituzioni di non assumersi alcun rischio. La prudenza degli adulti ha eliminato i diritti individuali dei ragazzi e delle ragazze accolti in comunità alloggio.
Sul tema dei centri estivi, domani è previsto il tavolo con i sindacati e gli enti gestori. Ci auguriamo che si trovi una soluzione, anche per i problemi di sicurezza sollevati dalle parti sociali e che la Regione, invece di fare il passacarte, svolga un ruolo attivo, per creare le condizioni per riaprire in sicurezza i centri estivi.
Gruppo PD in Regione Liguria.