“Non siamo noi a fare calcoli politici. Da settimane le Regioni rivendicano la possibilità di adeguare le linee guida nazionali ai propri territori. Il Governo, con l’ennesima conferenza stampa, ha dichiarato finita la fase 1, ma non ha avuto il coraggio di aprire la fase 2. Non ha detto quasi nulla sul calendario delle riaperture, nulla sulla scuola e sugli asili, niente sugli aiuti che le categorie si aspettano. La Fase 2 del tuo governo ha gli stessi divieti della fase 1. Libertà di spostamento, di impresa, di lavoro, di avere una educazione, di culto, sono libertà fondamentali con cui non si scherza”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti risponde alle critiche dal vicesegretario nazionale del Pd Andrea Orlando in merito all’ordinanza entrata in vigore oggi sul territorio ligure.
“Abbiamo semplicemente ascoltato le categorie e i cittadini – aggiunge il presidente Toti - stremati da settimane di chiusura e spesso senza aiuti. Abbiamo, con grande prudenza avviato l’epoca delle regole, dopo quella dei divieti. Capisco che si vorrebbe decidere tutto a Roma, dove i cittadini pesano poco è il voto è ormai quasi un tabù”.
“Vorrei invitare Orlando, con cui spesso ho dibattuto di libertà, Costituzione e diritti – prosegue il governatore - ad interrogarsi bene sulla piega che tutta questa vicenda sta prendendo: se tante regioni, tante categorie, tanti cittadini non si ritrovano in decisioni prese da un Governo, per altro senza legittimazione popolare e con un affievolito confronto parlamentare, forse è l’ora di cambiare strada e, senza polemiche, ristabilire l‘equilibrio di poteri previsto dalla Costituzione. Che non prevede la cancellazione a rate di diritti con Dpcm” conclude Toti.