Maria Grazia Frijia, consigliere comunale di Fratelli d’Italia alla Spezia, si dice molto preoccupata: “Se va bene la cassa integrazione i cittadini la vedranno forse a fine aprile, se non a metà maggio. Dal Governo parafrasando una canzone di Mina... “parole, parole, parole, soltanto parole”.
“Dal Governo solo proclami, devo ancora conoscere qualcuno che ad oggi ha usufruito di qualcuna delle agevolazioni messe in campo, sento solo cittadini che stanno vivendo disagi su disagi e altri disagi. Ho parlato questa mattina con un consulente del lavoro e della cassa integrazione per migliaia di lavoratori non è dato sapere tempi e modi. Assolutamente non corrisponde a verità il fatto che arriveranno i primi soldi a metà aprile, se va bene, a fine aprile ma i dati ci dicono che forse partiranno a metà maggio. Questo significa che migliaia di persone non avranno di che mangiare, di che pagare bollette ed affitti e non avranno denaro per corrispondere gli impegni presi in precedenza relativamente a mutui, finanziamenti ed altro ancora”.
Così dichiara Maria Grazia Frijia, esponente spezzino di Fratelli d’Italia, che continua: “Si sarebbe dovuto procedere su un unico binario ad esempio per la cassa integrazione, dando la possibilità a tutti coloro che hanno fatto richiesta di poter contare su quei soldi nei tempi più celeri possibili, e successivamente procedere ai controlli, velocizzando procedure e attivando sistemi informatici tali da garantire un servizio efficiente che di fatto non c’è”.
“È grave la situazione - continua Frijia - e dal Governo centrale continuano a prendere in giro le persone: la procedura richiesta ad esempio per la cassa integrazione prevede compilazione del modulo, invio alla regione, vaglio della regione che poi invia le pratiche all’Inps che a sua volta deve effettuare un ulteriore controllo, e poi lì che Dio ce la mandi buona, perché da quel che si dice Inps intasata, richiesta di informazioni impossibile, non si può parlare nemmeno con nessuno perché pare che i dipendenti lavorino da casa solo silenzio”.
“Un silenzio assordante di fronte ad una burocrazia che anche in questo caso è un muro di gomma, nessuna pietà da parte dello Stato, che nemmeno davanti ad una tragedia così immane riesce a dare delle risposte su nessun fronte....parafrasando una canzone di Mina “parole, parole, parole, soltanto parole”, e le persone rischiano di rimanere con una mano davanti ed una dietro, insomma siamo messi proprio male, tutti fanno come Ponzio Pilato, d’altronde ci sono le procedure. Bisognerebbe ricordare che quando non ce ne sarà per nessuno, non ce ne sarà davvero per nessuno, nemmeno per quei politici nazionali che con regolarità percepiscono lauti emolumenti, alla faccia nostra che dobbiamo sgomitare per avere ciò di cui abbiamo diritto”, conclude Frijia.