I tamponi fatti a molti operatori sanitari non hanno mai prodotto un risultato. Sembra che siano andati perduti e alcuni medici e infermieri sono stati richiamati a eseguire il test una seconda volta. Anche quella, spesso, purtroppo, è rimasta senza un referto.
C'è ancora chi, pur avendo sintomi riconducibili al COVID19, non ha la certezza di esser stato contagiato.
Molto del personale che ha contratto il Coronavirus, inoltre, non era in servizio presso reparti specifici. Questo significa che ogni corsia, ad oggi, necessità di una verifica dei pazienti ricoverati e poi di una sanificazione.
Facciamo un esempio: in chirurgia alla Spezia, nelle scorse settimane, sono decedute alcune persone. Tutte positive al Coronavirus. Ci sono medici e infermieri, in quel reparto, che ad oggi sono in malattia, chi a casa e chi in ospedale, con febbre e polmonite interstiziale.
Come se ciò non bastasse, è di poche ore fa la decisione di adibire 5 posti letto, dei 27 presenti nella chirurgia del Sant'Andrea, a pazienti positivi al COVID19.
Una scelta folle e che rischia di compromettere tutto il reparto.
I motivi di un disastro annunciato sono piuttosto semplici. La zona in cui si vorrebbero costituire i letti COVID19 è sprovvista di una infermeria dedicata. Manca un luogo fisico in cui inserire almeno un computer, per gestire i pazienti. Non c'è copertura telefonica. I letti sono in camere troppo piccole per avere una adeguata distanza tra un paziente e l'altro. Due camere hanno addirittura il bagno in comune.
Il letto numero 27, inoltre, andrebbe soppresso già in condizioni normali. Figuriamoci in questa situazione!
Quella postazione è inadatta a gestire una urgenza. Il letto è accostato al muro. Gli infermieri non possono girare attorno al paziente. Non c'è lo spazio adeguato né per manovrare un carrello delle emergenze né per mobilitare il malato.
In quel letto si rischia, molto.
Alla luce di tutto questo chiedo al Direttore del dipartimento, il dottor Stefano Berti, e alla dirigenza sanitaria di riconsiderare la decisione e di fermarsi.
I pazienti positivi al Coronavirus dovrebbero essere gestiti in un ospedale dedicato o, quantomeno, se proprio di questa idea non ne volete sapere, in un reparto specifico.
Francesco Battistini
Consigliere regionale Italia in comune/Linea Condivisa