Abbiamo bisogno di aver chiaro quale sia il piano di intervento che ha progettato, e che intende applicare, ASL5 e l'Azienda Ligure Sanitaria.
Molti operatori del settore, a iniziare dagli stessi primari, denunciano il fatto di essere all'oscuro delle decisioni che vengono assunte dalla direzione sanitaria. Tutto pare essere frutto di scelte dettate solo dall'emergenza ma senza una visione più ampia.
Forse sarebbe necessario, per esempio, individuare un presidio ospedaliero dedicato al COVID. Visto che in questa situazione epidemica gli interventi programmati sono stati, giustamente, sospesi, l'Ospedale San Bartolomeo di Sarzana potrebbe svolgere questa funzione in maniera egregia.
Alla Spezia, infatti, manca un vero e proprio percorso protetto per i pazienti che, dal triage in tenda, devono accedere ai reparti. Anche la particolare strutturazione a padiglioni non avvantaggia gli spostamenti e dunque la dislocazione.
In caso di sospetto COVID il paziente potrebbe essere trasportato esclusivamente su Sarzana, dove peraltro esiste il reparto di pneumologia, lasciando La Spezia libera per le situazioni di urgenza nelle quali il Coronavirus è estraneo.
Certamente per far questo è necessario redigere un protocollo di presa in carico ben preciso ma soprattutto allestire un reparto di terapia intensiva ampio, oltre ai reparti per l'isolamento.
Dobbiamo sapere di quanti respiratori disponiamo, in ASL5, e quanti ne arriveranno nei prossimi giorni. Così come dobbiamo sapere quanto personale, e con quale qualifica, dislocheremo nelle Terapie Intensive e nei reparti dedicati al COVID.
Sarà inoltre indispensabile pensare di dare un supporto al laboratorio del San Martino di Genova eseguendo direttamente sullo spezzino i tamponi per i test di positività. In tal modo potremo sgravare le strutture genovesi e dare una risposta più rapida ai nostri concittadini.
L'ultimo punto non può che essere dedicato alle operazioni di pre-triage che viene eseguito in tenda. Oggi ci sono in servizio, per turno, 12 infermieri professionali. Vista l'emergenza è indispensabile liberarli, almeno in parte, per destinarli alle corsie. A nostro avviso, visto che le domande poste al paziente sono standardizzate e sulla base delle risposte si attiva il percorso idoneo, sarebbe utile coinvolgere le forze militari presenti sul territorio facendo svolgere a loro questa attività.
Tutto ciò non certo in ottica polemica o di contrapposizione politica ma di assoluta collaborazione e di proposta Nella consapevolezza che tutti, senza distinzione di appartenenza, stiamo facendo il massimo per uscire da questa pessima situazione.
Francesco Battistini
Consigliere Regionale
Italia in comune/Linea Condivisa