A fronte delle poche centinaia di migliaia di euro stanziati a tutt’oggi dalla regione per bonificare Pagliari ecco oggi oltre dieci milioni per mortificarla con altro cemento, altri rischi, altro disagio.
Mentre i 14 fusti interrati scoperti fra 2014 e 2017 dalla Forestale, accanto all’ex campetto di calcio sopra Pagliari, stanno ancora lì e Regione e Provincia si rimpallano il compito di individuare e diffidare i responsabili. Mentre le 150 mila tonnellate di rifiuti di Monte Montada aspettano che si completino la serie infinita di cause fra proprietà e Comune, per capire chi bonificherà. Mentre Valbosca cerca da anni una soluzione di chiusura definitiva che non arriva mai e Saturnia aspetta, con le sue ceneri, dopo la bocciatura del progetto di riapertura che era stato proposto come “messa in sicurezza”. Mentre le ceneri di lagunaggio dell’Enel si tomberanno sul posto e in tutta quell’area probabilmente non sapremo mai cosa sia stato davvero interrato, si pensa ancora di distruggere il territorio con un progetto tanto impattante quanto misterioso.
Una zona già duramente provata da un punto di vista ambientale dove per le bonifiche mancano sempre i soldi, come evidentemente mancano per risolvere il degrado totale nel quale viene lasciato dalla amministrazione il quartiere. Un quartiere privato di tutto. In alcune zone anche della pubblica illuminazione mancante o fatiscente. E’ ancora vivo il ricordo da parte dei residenti dell’ultima commissione di garanzia e controllo da me richiesta dove alla presenza della presidente Dina Nobili sono sfilati tutti gli amministratori preposti alle bonifiche, dall’assessore Casati all’ing. Canneti. In quella sede emerse chiaramente che la Regione in questi anni di gestione Toti ha stanziato meno di nulla rispetto ai milioni a suo tempo previsti .
Tuttavia i milioni ci sono per arrecare al quartiere un nuovo disastro che si materializzerà grazie ad un progetto invasivo nella zona delle cosiddette Casermette o ex fusione tritolo. Ci sono, e tanti, per un progetto che prevede oltre a una megastrada per il traffico pesante, che sarà costruita grazie all’abbattimento di oltre sessanta maestosi alberi secolari, tra cui olmi, tigli.platani autentico polmone verde del quartiere, che saranno rimpiazzati da una mega colata di cemento su oltre ottomila metri di territorio che presenta peraltro non trascurabili criticità idrogeologiche per via di una serie di corsi d’acqua.
Particolare non trascurabile: tutto questo è stato portato avanti in assoluta opacità, ovvero in perfetto “stile Peracchini”.
Si è arrivati alla approvazione avvenuta nel 2018 del progetto che riguarda la strada, senza confrontarsi né informare minimamente il quartiere .
A fronte della distruzione praticamente di una intera collina, non si è minimamente pensato neppure di consultare il tavolo del verde, che da tempo ormai è tra gli organi istituzionali meno rispettati di palazzo civico. E d’altra parte da una amministrazione che riunisce le sue commissioni consigliari solo cinque volte in un intero mese cosa vi volete aspettare ??
Non si è fornita ai residenti né una visione di insieme del progetto, né una informazione corretta su ciò che si intende realizzare con gli oltre 10 milioni di euro che su quella zona saranno impiegati.
Persino la pubblicazione in rete di tutta la documentazione necessaria a tutti i soggetti portatori di interessi, per fare le dovute osservazioni, latita. Anzi latita è un eufemismo. E’ proprio assente o irrintracciabile ! Come se i residenti fossero utili solo per riscuotere da loro le tasse per poi murarli vivi nelle proprie abitazioni soffocati dal cemento di un megacapannone alto oltre dieci metri costruito davanti alle loro case.
Per tentare intanto di fare chiarezza su tutto ciò, ho chiesto immediatamente una commissione (ma credo ne occorrerà più di una) . E’ impellente audire intanto l’assessore Sorrentino e i funzionari incaricati di seguire il progetto per farcelo illustrare, che è appunto il “minimo sindacale” in democrazia e poi tramite l’audizione delle associazioni e dei residenti confutarne eventualmente le sue illogicità.
E’ intollerabile che si continui a giocare sulla pelle della gente, senza neppure informarla. Un progetto impattante come questo deve essere discusso e portato in inchiesta pubblica perché tra lo svegliarsi avendo sopra le proprie teste le discariche, ma almeno davanti agli occhi un po’ di verde o risvegliarsi murati vivi da una colata di cemento...c’è una certa differenza.
Lo vorrebbe Peracchini un megacapannone di cemento nel suo giardino?
Non credo. E allora perché infliggere questa ennesima punizione ai residenti di Pagliari?
Massimo Baldino
(Partito Democratico)