E’ stato un anno, quello che si conclude, complicato e difficile per il Parco, ma anche un anno di grandi soddisfazioni e di risoluzioni di problemi storici.
Voglio ribadire che l’Ente Parco opera nella sostanziale assenza – fatte salve alcune misure comunitarie – di risorse per investimenti e dunque esso non può che svolgere, in molti campi, nient’altro che un compito di programmazione, coordinamento e “moral suasion” degli Amministratori pubblici locali.
Compito tuttavia molto rilevante – direi insostituibile - che ha prodotto i seguenti risultati:
- Accordo (concluso)– atteso da 30 anni – tra Ente Parco, Comuni, Imprese, Associazione industriali, per la ricollocazione fuori dai confini del Parco dei frantoi d’inerti in contrasto ambientale ed i conseguenti restauro ambientale e restituzione all’uso pubblico di oltre 160.000 mq di aree adiacenti all’asta del fiume. Voglio ringraziare pubblicamente, a tale riguardo, i Comuni di Arcola e Vezzano Ligure che hanno contribuito al risultato in misura sostanziale.
- Accordo (in fase avanzata) per la ricollocazione delle aziende nautiche a monte della linea di navigabilità e per l’attuazione del Piano della Nautica, finalizzato alla rigenerazione della vegetazione ripariale ed all’accesso pubblico delle sponde.
- Accordo con Azzeroco2 per il restauro ambientale delle aree produttive dismesse e da dismettere, tramite investimenti privati derivanti dalla compensazione di emissioni climalteranti, nel quadro del progetto nazionale “mosaico verde”.
- Istituzione di un fondo rotativo regionale per la progettualità a favore degli Enti Parco, che ha per scopo accrescere la capacità degli stessi nel presentare proposte in sede regionale (PSR) e comunitaria. Voglio qui tuttavia rammentare che le risorse, facenti parte del bilancio regionale 2019 ed affidate a FILSE, non sono ancora accessibili agli Enti Parco, sebbene ve ne sia assoluta necessità per avanzare richieste sul PSR, oramai quasi al termine della sua vita utile.
Tra gli investimenti nel territorio voglio citare i 2,8 milioni di fondi europei e regionali, acquisiti dall Ente che presiedo, ed attualmente in fase di esecuzione: dal riordino del sentiero di Punta Corvo, all'intervento del rio Angola, dal restauro dunale a Marinella alla ciclovia di collegamento Toscana -Liguria-Francia, dai sentieri del Caprione agli sport acquatici sul Vara; dalla conservazione della trota mediterranea al piano del parco e gestione delle ZSC
Ma le grandi sfide su cui l’Ente Parco ha acceso i riflettori devono tuttavia ancora iniziare.
Si tratta della bonifica delle 43 discariche che alimentano, oggi, un flusso continuo di plastiche e microplastiche verso la foce e, da lì, verso il Golfo della Spezia e le 5 terre, e che possono nello stesso tempo rappresentare una minaccia per le più importanti riserve idropotabili della Provincia della Spezia.
E si tratta della riqualificazione ambientale, vegetazionale e paesaggistica del tratto di fiume compreso tra Santo Stefano di Magra e il mare, ossia della trasformazione di un’area fatta di “enclavi” ecologicamente rilevanti, ma anche di aree produttive dismesse, di discariche occasionali, di depuratori che non funzionano, in una zona di grande pregio paesaggistico ed ambientale, a servizio di un’ampia collettività “interregionale” e di un turismo internazionale sempre più attento ad un’offerta di carattere naturalistico.
E’ un progetto di grande portata, lanciato dall’Ente Parco che presiedo, che presuppone un’intesa tra Regione Liguria e Regione Toscana, il cui Consiglio si è già favorevolmente pronunciato al riguardo, ed un impegno finanziario pluriennale di ambedue le Regioni.
Il “contratto di fiume” da noi recentemente proposto, potrebbe costituirne il primo passo.
In questo quadro l’Ente Parco ha intrapreso uno studio per la gestione programmata della biomassa in alveo, gestione che è essenziale tanto per abbattere il sempre presente rischio idraulico che per evitare che ogni anno tonnellate di biomassa morta si riversino sul litorale, per essere poi maldestramente smaltite.
Vorremmo che le risorse che la Regione e i Comuni spendono per l’emergenza andassero invece per la prevenzione: è un auspicio, ma anche un messaggio per la Regione.
Ebbene nessuna delle attività esposte avrebbe potuto essere svolta con efficacia dai Comuni singolarmente intesi, per evidenti ragioni organizzative.
Quello che auspichiamo è pertanto un rafforzamento organizzativo dell’Ente Parco, ed anche l’inclusione nel bilancio regionale, a prescindere dal PSR, delle risorse necessarie per affrontare quei problemi che solo qui si manifestano con tanta virulenza e che fanno del nostro Parco un caso unico in Liguria. E come tale va affrontato.
Pietro Teceschi
Presidente Parco di Montemarcello Magra Vara