Questa, evidentemente, la visione di ASL5, e del Commissario, D.ssa Troiano.
Difficile interpretare diversamente la direttiva aziendale che impone ai medici un aumento del numero di visite per turno, negli ambulatori ospedalieri, del 20%, naturalmente a parità di personale.
In aggiunta è stato ridotto il tempo medio, per ogni visita da 30 a circa 20 minuti, inclusi i tempi morti, anche per le prime visite: 12 visite a cui vanno aggiunte eventuali urgenze non preventivabili, in 4 ore di turno.
Una decisione presa dal “tavolo tecnico aziendale”, entità che, evidentemente, si è confrontata poco e male con i professionisti che dovranno poi mettere in campo questa nuova strategia, visto che molti di loro contestano, con motivazioni più che condivisibili, la decisione.
Chi di noi ha avuto necessità di usufruire di questi servizi sa che una visita medica seria e scrupolosa non può essere guidata esclusivamente dalle lancette di un orologio.
Il problema della riduzione delle liste di attesa deve seguire un’altra strada, quella che da anni, almeno 4, stiamo indicando a gran voce: la corretta organizzazione numerica degli organigrammi!
Aumentare il numero di visite giornaliere, senza incidere pericolosamente sulla loro qualità, passa dall’inserimento in organico del numero di professionisti necessario a svolgerle, molto spesso anche solo per reintegrare il numero di coloro che hanno lasciato ASL5 per raggiunti limiti di età o per trasferimenti.
Qualsiasi altra scelta, specialmente se così pesantemente contestata dai professionisti chiamati in causa, indica, ancora una volta, l’incapacità di governare un processo così importante come la tutela della salute dei cittadini.
Non ci meravigliamo più di questo, ma non siamo disposti ad accettarlo.
La nostra salute non è un prodotto, Toti, Viale e i manager che la gestiscono smettano di trattarla come se lo fosse.
Francesco Battistini
Consigliere Regionale Italia in comune/Linea Condivisa