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Cittadinanza agli stranieri, il centrodestra dice no: "Volete i voti dei nuovi italiani" In evidenza

Approvata la mozione di Fratelli d’Italia che impegna l’amministrazione a manifestare contrarietà alle proposte del governo. Solidarietà da parte di tutto il consiglio comunale ai militari rimasti feriti in Iraq.

Stop alle proposte del governo Pd-Cinque Stelle per il conferimento della cittadinanza agli stranieri. Lo chiede il consiglio comunale della Spezia, che ieri sera con i voti della maggioranza di centrodestra ha approvato la mozione del gruppo di Fratelli d’Italia.

L'assemblea si è aperta con la solidarietà da parte dell'assessore Gianmarco Medusei nei confronti dei militari feriti domenica in Iraq in un attentato rivendicato dall'Isis. Ai duei incursori del Reggimento Col Moschin e ai tre del Comsubin tutte le forze politiche e l'amministrazione comunale hanno inviato la loro vicinanza.

Aperta la discussione, nello specifico il documento approvato dal centrodestra impegna l’amministrazione “a manifestare ufficialmente formale contrarietà alle proposte” del governo giallo-rosso “relativamente alla cosiddetta legge “Ius soli” affinché il governo blocchi definitivamente qualsiasi iter procedurale del provvedimento, scongiurando quindi l’approvazione di una legge deleteria per lo Stato italiano, che non rappresenta né la volontà degli italiani né una priorità per il nostro Paese”.

“In queste settimane anche alla Spezia abbiamo raccolto numerose firme contro le proposte del governo – ha spiegato il capogruppo di Fratelli d’Italia Sauro Manucci – Il nostro gazebo è stato letteralmente assaltato dai cittadini. Chi nasce in Italia a 18 anni può decidere se diventare cittadino italiano, molti nemmeno lo richiedono. Questo sentimento che pervade la popolazione non deve essere demonizzato. Non sono questi i provvedimenti importanti in questo momento: abbiamo grosse difficoltà di accesso al mondo del lavoro, una tassazione altissima e l'industria in crisi. Le priorità sono altre”.

Più nel dettaglio, le due misure attualmente in discussione sono quelle dello “ius soli temperato” e dello “ius culturae”: nel primo caso è previsto il conferimento della cittadinanza a figli di genitori stranieri di cui almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno da almeno 5 anni, nel secondo i minori stranieri nati in Italia o che vi abbiano fatto ingresso entro i 12 anni possono acquisire la cittadinanza dopo aver seguito un percorso formativo di almeno 5 anni.

“Non possiamo negare la realtà: i banchetti di Fratelli d’Italia su questo tema sono sempre molto affollati – ha sottolineato Massimo Lombardi – Riuscire a comprenderne le ragioni credo sia assolutamente necessario. Sul nostro territorio si assiste molte volte a uno sfruttamento pesante di manodopera straniera, spesso legato a sistemi clientelari gestiti da organizzazioni criminali, che crea un pericoloso dualismo tra ultimi e penultimi con i lavoratori italiani. Questa situazione va combattuta con il riconoscimento dei diritti: per noi multiculturalismo significa riconoscere le diverse culture nell’alveo del rispetto dei principi della Costituzione. C’è bisogno di un riconoscimento più ampio della cittadinanza, che a partire dal mondo della scuola faccia sentire pienamente italiane le persone che si riconoscono nei nostri valori”.

Diversa l’analisi di Lorenzo Forcieri: “Un cittadino che nasce nel territorio degli Stati Uniti ottiene automaticamente la cittadinanza di quel paese, che non a caso è la più grande democrazia del mondo. Io credo che la cosa si possa risolvere così come negli Stati Uniti: se un cittadino nasce in Italia deve avere gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini italiani”.

“Non avverto alcun problema a pensare che chiunque nasca in Italia abbia la cittadinanza italiana – ha rilanciato Guido Melley – Penso che avremmo un gran bisogno di una legge che favorisca l'integrazione: i minori immigrati in Italia sono il 14 per cento dei minori che in totale vivono nel nostro paese. Da 30 anni aspettiamo una riforma del diritto di cittadinanza, che inizialmente era stata pensata per un paese di emigrati, diventato oggi un paese di immigrati”.

Ma gli interventi dell’opposizione hanno trovato il muro della maggioranza di centrodestra, a partire dal gruppo della Lega, da sempre nettamente contraria alle proposte sulla cittadinanza agli stranieri.

“La Lega ha iniziato la sua battaglia contro lo ius soli nel 2013 con la raccolta firme – ha fatto notare Federica Paita della Lega – Noi riteniamo che l'attuale sia un’ottima legge. Si vuole fare passare il messaggio che i bambini stranieri vengono discriminati nei loro diritti, quando in realtà sia i bambini italiani che quelli stranieri già oggi godono degli stessi diritti, l'unica differenza è la cittadinanza”.

Dello stesso avviso anche il collega leghista Simone Vatteroni, che ha messo l’accento su una possibile manovra elettorale dietro le proposte sulla cittadinanza: “Diventare italiani non è come comprare un vestito che cambia a seconda delle stagioni. Il governo giallorosso vorrebbe regalare la cittadinanza in maniera indiscriminata a tutti gli stranieri. Mi chiedo a cosa servano nuove norme, se non per fermare il declino elettorale di qualcuno con i voti dei nuovi cittadini italiani. L'unica differenza tra chi ha la cittadinanza italiana e chi non ce l'ha è infatti il diritto di voto”.

Dai banchi dell’opposizione è intervenuto per il Pd Marco Raffaelli: “Spero che una legge come lo ius culturae possa essere approvata: il governo Renzi ha avuto paura di andare fino in fondo con l'approvazione dello ius soli per i sentimenti che aveva percepito nel paese, ma una politica responsabile deve avere una visione di lungo corso e non fermarsi alla pancia della gente”.

Anche Federica Pecunia di Italia Viva ha bocciato la mozione di Fratelli d'Italia: “Non credo che oggi si possa fermare il vento con le mani. Lo ius culturae è la forma di civilizzazione più aperta e anche più paurosa, perché investire sulla formazione di un ragazzo significa fargli capire chi ha davanti. A me non fa paura che un immigrato diventi italiano, e nemmeno che 800 mila bambini in Italia oggi acquisiscano la cittadinanza italiana. Non dobbiamo avere paura di combattere contro l'opinione pubblica: non mi interessa perdere consenso, mi interessa non abdicare ai miei principi”.

Dalla maggioranza Fabio Cenerini intona il de profundis: “La cittadinanza non si regala, non è qualcosa da buttar via. La cittadinanza va guadagnata perché i nostri nonni e padri hanno combattuto per questo paese. Mi lascia basito soprattutto il comportamento del Movimento 5 Stelle, che è passato dalla politica dei porti chiusi a quella del regalo della cittadinanza: credo che dobbiate farvi un esame di coscienza”.

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