La questione portata in luce dal Comitato Sarzana Che Botta!, che ne parla da molto tempo, ha riportato i riflettori sul Metropark, sulla Sps, la società partecipata in liquidazione, sul broglio amministrativo che annoda l'acquisizione definitiva, quindi il rogito di tutta l'area ormai soggetta a degrado. Dunque come mai il Comune di Sarzana non riesce a intervenire e a mettere mano in quest'area? Manca l'illuminazione, la pulizia, la sicurezza di un parcheggio fondamentale per pendolari e non solo, che tutte le mattine prima di prendere il treno chiudono la macchina e si allontanano con le dita incrociate sperando che nessuno faccia danni durante la sosta e l'assenza.
Le ragioni le ha spiegate il sindaco Cristina Ponzanelli in un intervento in consiglio comunale, rispondendo alla consigliera grillina Federica Giorgi, che ha presentato la mozione, e ai membri del Comitato che hanno raccolto le firme nella petizione. Ma prima, cosa prevedeva questa petizione? Chiedeva l'utilizzo di aree delle Ferrovie dello Stato acquistate in passato dal comune (...o quasi) per migliorare la viabilità. Ed è qui che entra in gioco la società partecipata Sarzana Patrimonio e Servizi: fondata per valorizzare il comune durante un periodo di crisi sfruttando la legge di Tremonti che permetteva lo sfruttamento di società per questo fine, questa Sps ha acquistato le aree del Metropark, ma senza mai fare il rogito, passaggio fondamentale in tutti gli ambiti per completare l'acquisto di un qualsiasi bene. E adesso? "La nostra volontà è quella di risolvere questo broglio giuridico" dichiara il sindaco, sottolineando nell'intervento la difficoltà di trovare un liquidatore che si prendesse sulle spalle questa responsabilità. Dunque Ferrovie dello Stato non ci mette mano a quelle aree perché le considera vendute, ma Sarzana non può intervenire perché non completamente di sua proprietà. La consigliera pentastellata ha ritirato la mozione dopo la spiegazione ma il consiglio comunale si è mostrato comunque propenso a voler accogliere l'iniziativa dei cittadini.
La discussione in consiglio comunale poi è divagata tra accuse, digressioni fuori tema e bisticci tra consiglieri. L'oggetto era sempre Sps, ma questa volta sul verdetto della Corte dei Conti che ha confermato il buco da 2 milioni di Euro aperto dal 2007, causato dalla mala gestione della società. Tra attacchi a "quelli di prima", coloro tra i banchi dell'opposizione che attaccano "quelli di adesso", e l'attuale maggioranza che attacca anche "quelli di ancora prima", si è arrivati proprio alla giunta Caleo, al comando di Sarzana nel 2007 quando è stata fondata la società. La consigliera di Italia Viva Beatrice Casini spiega: "La vicenda ha avuto luogo un decennio fa: è vero che Cavarra era assessore al bilancio, ma con la chiamata in Regione non si è più occupato di Sarzana, e al suo ritorno come sindaco ha ereditato questa situazione dalla giunta precedente- e ancora- sarò pronta ad assumermi le mie responsabilità solo nel periodo in cui ero chiamata ad amministrare, ma voi cercate di portare argomenti seri".
Dopo la ricostruzione dei fatti del consigliere Pizzuto di Sarzana Popolare, il commento di esperienza di Carlo Rampi di Fratelli d'Italia che ricorda che "quando ero consigliere lo avevo detto che era tutto sbagliaito", l'attacco di Castagna del PD che ricorda a Rampi che "Con il progetto botta ti eri astenuto, ai tempi non votare contro significava che eri d'accordo", i bisticci tra Paolo Mione di Italia in Comune e Sarzana per Sarzana ed Emilio Iacopi della Lega, dopo un consiglio comunale interminabile, il Progetto Botta e il Metropark sono sempre lì, abbandonati al loro destino, in attesa di risposte come tutti i cittadini sarzanesi.