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"Fu la sinistra a togliere a Giacomo Bastreri l'intitolazione della sala del Consiglio comunale" In evidenza

A Porto Venere prosegue il dibattito politico sulla questione della targa tolta dalla sala.

"Ho letto con stupore la posizione espressa dalle forze politiche della sinistra di Porto Venere sulla strumentale questione della targa del PCI, sezione Giacomo Bastreri. Purtroppo, ancora una volta, si gioca alla mistificazione dei fatti, sperando che le persone abbiano la memoria corta", afferma Giovanna Angelino, Consigliere di maggioranza del Comune di Porto Venere, replicando alle parole della minoranza.

La Consigliera spiega: "L'attuale sala, dedicata al professor Renzo Mantero, illustre e rimpianto chirurgo della mano, nativo di Porto Venere, fino al 2013 si chiamava sala Giacomo Bastreri ed aveva ospitato per decenni il locale Partito Comunista italiano.
Al professor Mantero, meritevole di un degno riconoscimento, la giunta di sinistra, che allora amministrava Porto Venere, avrebbe potuto dedicare qualunque altro luogo pubblico, persino in municipio, ma ha scelto, deliberatamente, di rinominare proprio la sala dedicata all'antifascista ucciso, a pochi giorni dalle elezioni comunali, solo a scopo di accattonaggio elettorale, sfruttando il nome del professor Mantero, recentemente scomparso, persona ben nota, amata e rispettata da tutti in paese".

"E vollero privare il martire Giacomo Bastreri della sala a lui dedicata, proprio il 25 aprile, nel silenzio imbarazzante dei paladini di oggi - prosegue - che si guardarono bene dal sollevare pubblicamente una polemica contro le forze della sinistra al governo, agli ultimi colpi di una pesante campagna elettorale che li volle sonoramente sconfittii. E così, senza alcun pudore, proprio il 25 aprile, vi fu il cambio di denominazione della sala, in Sala Mantero".

"Oggi, coloro che, in quella circostanza, festeggiarono la rinomina propagandistica della sala, ci vengono ad imputare colpe e responsabilità che sono esclusivamente loro, forzando e sfruttando, ancora una volta, la storia dei nostri borghi, per un mero e triste obiettivo politico - conclude Giovanna Angelino - Avrei voluto vederli allora, quando sarebbe stato più onesto, ma politicamente più sconveniente, salire sulle barricate per difendere quella storia fin troppo abusata, per fini di mera convenienza".

 

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