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"Emergenza sanità? Un disastro colpa dell'attuale amministrazione" In evidenza

L'intervento del consigliere regionale del Pd Juri Michelucci.

"Oggi purtroppo, vista la concomitanza con il Consiglio regionale, non ho potuto partecipare all'assemblea pubblica convocata dai sindacati confederali sull'emergenza sanità presso la Sala Dante di via Bassi alla Spezia.

Voglio però ringraziare Cgil, Cisl e Uil per il grande impegno profuso sul tema della sanità, in un momento certamente molto critico e delicato per questo settore.

Il sistema sanitario ligure versa in una situazione drammatica. Dopo 4 anni di governo del centrodestra possiamo oggettivamente affermare che le colpe di questo disastro sono tutte dell'attuale amministrazione e che il tempo delle responsabilità del centrosinistra è abbondantemente terminato.

I numeri parlano chiaro. Nel bilancio consuntivo 2014, ultimo del centrosinistra, il debito per la sanità ligure ammontava a 64 milioni. Oggi è rimasto più o meno inalterato e occorre tener conto che nel 2014 gravava sulle casse liguri il peso dell'eredità Biasotti, un buco di oltre 200 milioni di euro.

A quasi parità di debito, però, le fughe sono raddoppiate passando da 34 a 56 milioni di euro solo nell'ultimo anno, con una previsione, per il prossimo triennio, di ulteriori aumenti fino a 71 milioni. A farne le spese sono ovviamente i cittadini, che vedono i servizi impoverirsi di giorno in giorno.

Il paradosso, oltretutto, è che il debito aumenta nonostante aumentino le entrate statali e quelle locali (Toti ha ridotto la platea di esenzione Irpef sanitaria alzando il tetto a 28 mila euro: di fatto ha aumentato le tasse).

Il giudizio della Corte dei Conti, che non si presta a interpretazioni di parte, è impietoso: a un aumento di entrate nelle casse liguri, la sanità ligure si conferma su livelli medio-bassi. Siamo la prima regione sì, ma tra quelle del sud, non certamente tra quelle del nord che il governatore Toti vorrebbe emulare.

In materia di personale stesso scenario desolante. Siamo a meno 1700 unità, l'80% delle quali creatosi negli ultimi 4 anni. Ciò implica servizi a rischio chiusura, liste d'attese che si allungano, lavoratori costretti a turni massacranti, con conseguenti ripercussioni sulla qualità dei servizi, la cui tenuta si deve esclusivamente alle capacità, alla professionalità e ai sacrifici del personale sanitario.

Tra le misure intraprese da questa Giunta si ricordano la nascita di Alisa, sesta Asl utile principalmente a piazzare qualche dirigente; lo smantellamento del sistema imperiese di distribuzione dei farmaci, sostituito oggi con un sistema che genera debito; una progressiva privatizzazione dei posti letto; l'assenza di un'idea di servizi territoriali; un ospedale, il Sant'Andrea con gravi problemi logistici e strutturali e un San Bartolomeo privo di una mission Sul Felettino, poi, in 4 anni e mezzo abbiamo assistito solo a rimpalli di responsabilità e continui scaricabarile, con il risultato che nonostante la precedente amministrazione avesse lasciato finanziamenti e gara assegnata i lavori non sono mai effettivamente partiti.

Oggi, dopo che Ire ha bocciato la variante richiesta da Pessina – che però era stata approvata dalla Provincia – la Regione dice che occorre tornare al primo progetto, per il quale proprio la Provincia chiese la variante. Una situazione assurda, che ci espone a un'emergenza sanitaria. Il Felettino deve essere realizzato senza se e senza ma!

Più in generale il modello di sanità ligure va completamente ridisegnato, all'insegna di quei concetti di presa in carico del paziente, di integrazione ospedale-territorio, di meccanismi di cura che non costringano le persone a recarsi obbligatoriamente al pronto soccorso per qualsiasi cosa".

Juri Michelucci
Vicecapogruppo del Pd ligure

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