In entrambe le situazioni, la prima sul piano parlamentare e la seconda sul piano del voto, esce sconfitta una destra a prevalente trazione leghista che solo pochi mesi or sono faceva balenare il tripudio di un asse istituzionale e di potere che da Roma passando per Genova arrivava sino ad Arcola. Sembra difficile oggi leggere un contesto così diverso, in particolare sulla difficile ma importante nuova relazione con i 5 stelle, che rende contendibile anche gli assetti regionali del pròssimo anno ed a breve le prossime scadenze regionali.
Il dibattito ha quindi sottolineato l'importanza della linea affermata al congresso nazionale centrata sulla ricerca dell'unità politica del partito e del campo del centro sinistra attorno ad una piattaforma che si concentra sul cambiamento veicolato su tre assi portanti: l'Europa, la sostenibilità ambientale, la lotta alle diseguaglianze. Proprio queste basi e l'analisi politica che abbiamo esercitato anche nei momenti di diverso posizionamento per distinguere i veri nemici politici ha consentito l'apertura e poi l'intesa con il movimento 5 stelle. I segnali di discontinuità sono palpabili, dalla conquista di un ruolo pesante in Europa con Gentiloni al nuovo modo di interlocuire con l'Europa sui temi dell'immagrazione avviato a Malta, alle misure di equità e sostegno alla domanda introdotte nella manovra per aumentare i soldi in busta paga con la detassazione, i tichets sanitari modulati per reddito, la gratuità dei nidi, l'avvio di una economia verde, tanto per citare fatti e non parole.
Proprio per queste ragioni non è stata motivata la scissione prodotta da Renzi, anzi va considerata non positiva per la stabilità del nuovo governo. L'unità ha mostrato di essere punto di forza anche in queste occasioni mentre le divisioni sono sempre state foriere di criticità. La sfida che oggi è in capo al Partito Democratico è quella di difendere la stabilità politica e l'impianto di rinnovamento programmatico che si è dato alla nascita questo governo , non solo per coerenza con la propria impostazione ma soprattutto per senso di responsabilità verso gli italiani.
A livello locale l'assemblea ha quindi preso atto della decisione di alcuni ex iscritti del PD confluiti nel partito di Renzi. Una scelta rispettabile ma giudicata non positiva per le stesse motivazioni riportate sul nazionale. Il partito democratico è impegnato a sostenere l'impegno del Sindaco Monica Paganini, dell'Amministrazione Comunale ed il ruolo del gruppo consiliare Uniti per Arcola nell'attuazione del progetto approvato dalla maggioranza degli elettori del nostro Comune. Proporrà al sindaco di convocare un gruppo di maggioranza allargato a tutta l'alleanza che ha sostenuto la lista per una presa d'atto delle condizioni di continuità politico programmatica che, ripetiamo, il partito democratico reputa intangibili rispetto alle libere scelte politiche individuali di ciascuno se coerenti con gli indirizzi del campo politico di appartenenza della squadra di governo.
Per quanto attiene all'avvio della fase di rilancio politico promossa dal nazionale, il PD di Arcola avvierà da subito incontri aperti a tutti gli iscritti vecchi e nuovi ed organizzerà punti di incontro pubblico per un percorso riorganizzativo e politico attento a temi di interesse generale a cominciare da quello della sanità , con la presentazione di un documento da sottoporre all'attenzione delle amministrazioni locali sui nodi da affrontare nella critica realtà ospedaliera e sanitaria della nostra provincia . Un percorso di ascolto per accogliere contributi di idee e di azione politica con l'impiego di strumenti tradizionali ed innovativi , dedicata all'apertura di una nuova stagione di politica partecipata e non conflittuale .
Il Segretario dell'Unione comunale PD di Arcola
Carlo Canese