“L'Asia sta vivendo il suo miracolo economico – ha affermato il neo Presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio Filippo Lubrano - e i dati ci mostrano una realtà che a noi oggi sembra impossibile, ma che in fondo è ciò che in Italia è stato vissuto qualche decennio fa. In Cina la fascia under 30 guadagna di più dei pre-pensionati e il tasso di disoccupazione è intorno al 4%”.
L'Asia ed in modo particolare la Cina è oggi il mercato al quale guardare, senza preconcetti o falsi miti, con la consapevolezza che forse non sarà “facile” come recitava il titolo del convegno di oggi, ma che sicuramente espandere il proprio business in quelle aree non è impossibile.
Il segretario Generale della Camera di Commercio Riviere di Liguria Stefano Senese ha sottolineato come la Cina sia molto cambiata negli ultimi anni e come punti tanto sulla programmazione e sullo sviluppo anche a lungo termine, come dimostra ad esempio il piano Africa 2063.
“Per l'Italia – ha affermato Senese – la Cina è l'ottavo paese verso cui esporta i propri prodotti, si parla di un valore di circa 8 miliardi di euro. Per quanto riguarda la nostra provincia, ovviamente, i numeri sono molto più ridotti, ma in crescita esponenziale. Se guardiamo dalla loro prospettiva, noi siamo per i cinesi un partner potenziale un partner verso il quale rivolgono la propria attenzione, basti pensare al tentativo di integrazione tra la banca della Cina e la Cassa Depositi e Prestiti”.
Se sul fronte delle esportazioni verso l'oriente l'Italia e la provincia psezzina hanno fatto tanto, molo ritardo c'è invece, secondo Senese, sul fronte del turismo. Anche in questo caso il Segretario cita i numeri: in un anno dalla Cina sono arrivati 10000 persone e le presenze sono state 16.000, il che significa che la permanenza media è stata di poso superiore alla giornata.
La causa? Secondo Senese gli scarsi investimenti e annuncia qualche progetto in cantiere: “Faremo una serie di documentari in lingua cinese sulla Liguria, documentari che saranno poi trasmessi sulle loro televisioni. Per quanto riguarda poi più da vicino le aziende, c'è il progetto, a livello nazionale, chiamato Work-Pass, ovvero uno sportello al quale può rivolgersi chi vuole fare business all’estero. Infine c'è la possibilità di usufruire di contributi per la partecipazione a fiere internazionali”.
Il problema principale? Senese lo individua nelle aziende stesse che, in molti casi, sono molto restie a guardare a mercati come quello cinese.
Sul tema del turismo cinese alla Spezia torna il competente assessore Paolo Asti che sottolinea una “evoluzione”: “Ultimamente non ci sono solo grandi gruppi che restano poco, stanno aumentando sempre più le famiglie e gli amici, quindi poche persone insieme, che di solito restano di più. Inoltre sta anche crescendo la loro disponibilità economica grazie all'aumento del reddito medio”.
L'assessore, che ha sottolineato come sia importante racchiudere nel proprio mandato le deleghe a
cultura, turismo e promozione città perchè proprio con un mix tra tutti questi elementi si può fare molto e racconta anche alcuni dettagli del suo recente viaggio istituzione in Cina.
Cina dove presto andranno anche quattro studenti dell'alberghiero, per fare esperienza. Questo grazie all'impegno di Mattia Pinza uno degli spezzini che in Cina hanno avuto successo e costruito il proprio business.
Come successo hanno avuto le Cantinae Bosoni, per citare un altro esempio portato come testimonianza diretta durante il convegno.