Circa 1200 addetti che si occupano di 26.000 alveari per una produzione media di 40 kg di miele all’anno per cassa: ecco i numeri dell’apicoltura ligure, settore molto proficuo dell’economia locale ma che, come tanti altri settori, necessita di una maggiore semplificazione e “apertura” burocratica per permettere a tutti gli addetti di accadere ai fondi messi in campo dalla Regione e dell’Unione Europea.
Lo rende noto Coldiretti Liguria a seguito della comunicazione fatta alla Regione Liguria, dove si specifica la necessità di consentire agli imprenditori agricoli che esercitano l’apicoltura l’accesso alle misure strutturali del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 (PSR).
Gli sbalzi termici della scorsa primavera e il clima instabile che ha caratterizzato il 2018 hanno stressato molto le api di tutta Italia, dimezzando in molti casi la produzione di miele e anche nella nostra Regione la produzione ha subito un rallentamento: gli apicoltori si sono visti costretti a ridurre il numero di arnie con una conseguente diminuzione sul mercato di miele Made in Liguria.
“La nostra regione – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è da sempre produttrice di mieli pregiati, a partire dalla “specialità della casa”, ossia il miele di castagno prodotto nell’entroterra ligure, per arrivare alle tipologie di miele di carattere più commerciale, come il millefiori e il miele di acacia, pur non mancando produzioni di mieli più particolari come quello di erica o di melata. L’entroterra ligure è un ambiente particolarmente salubre per le api, ma nonostante questo i cambi climatici dell’ultimo anno hanno colpito anche le nostre produzione. Gli apicoltori liguri si sono trovati in difficoltà a mantenere le api in vita e avviare il ciclo fondamentale per l’intero ecosistema, ed è per questo che sono necessari aiuti affinché il settore rimanga in vita e competitivo sul mercato. Riteniamo fondamentale quindi che venga garantito l’accesso al PSR agli imprenditori agricoli che esercitano l’apicoltura, intervenendo sull’adeguamento del valore della produzioni standard. Inoltre, come Coldiretti, chiediamo alla Regione che vengano rese accessibili tutte le opportunità economiche previste dal programma di “INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA PRODUZIONE E DELLA COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI DELL’APICOLTURA IN LIGURIA” a valere sul Reg. UE 308/2013, attivando anche la misura A6, che finanzia l’acquisto di attrezzature (maturatori, smielatori, pompe, dosatrici, disopercolatrici...). Il miele prodotto sul territorio locale e nazionale – concludono Boeri e Rivarossa - non ammette coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina), anche grazie all’impegno costante negli anni di Coldiretti, ed è anche per questo che è sempre meglio preferirlo ad uno importato, acquistandolo, quando possibile, direttamente dall’apicoltore o presso i mercati di vendita diretta di Campagna Amica Liguria”.