“È il progetto che ci darà l’energia del futuro”. Non usano mezzi termini allo stabilimento di Asg Superconductors alle Pianazze. Stamattina via Melara si è trasformata in un crocevia di teste pensanti arrivate da mezzo mondo. Sotto il cielo plumbeo e una pioggerella lenta e sottile, alle 9 di mattina una folta delegazione giapponese e sudcoreana è arrivata in pullman ai cancelli del complesso, per poi entrare di filato all’interno.
Da una parte strumentazioni e macchinari anonimi impegnati nel progetto “Iter”, la costruzione di un reattore a fusione nucleare nel centro di ricerca francese di Cadarache, dall’altra i completi eleganti dei tecnici stranieri.
Tutti riuniti nella periferia spezzina per fare il punto sulle attività di Asg, che l’anno scorso ha sfornato il primo magnete superconduttore previsto da “Iter”, con la promessa ambiziosa di ottenere energia pulita grazie alle nuove tecnologie.
“Il nostro è un evidente caso di successo nell’ambito della riqualificazione industriale”, ha detto stamani Davide Malacalza, presidente dell’azienda che oggi in Liguria impiega circa duecento persone in quattro stabilimenti. Sì perché prima dei supermagneti alle Pianazze si guardava più umilmente alle casalinghe: ad occupare lo stabilimento era la San Giorgio Elettrodomestici, che negli anni ’60 divenne un riferimento nazionale nella produzione di lavatrici. Poi nel 2010 l’acquisizione e l’inizio di un nuovo percorso. Non privo di difficoltà, come testimonia il recente sciopero dei lavoratori per i nove licenziamenti annunciati dall’azienda all’interno del piano di riorganizzazione del gruppo (venerdì prossimo i sindacati verranno ascoltati in commissione comunale).
“Ci stiamo focalizzando nel creare una compagnia high-tech unica”, ha aggiunto stamattina l’amministratore delegato di Asg Sergio Frattini, davanti all’assessore regionale allo sviluppo economico Andrea Benveduti. La costruzione dei magneti, infatti, trova applicazione non solo nel campo della fusione termonucleare, ma anche in quello della ricerca medica. Ulteriori collaborazioni con India, Giappone e Corea oggi sono possibilità concrete. Dieci bobine superconduttrici delle diciannove previste dal progetto “Iter”, al termine dei lavori, saranno opera proprio dello stabilimento spezzino di Asg.