Dove va il porto della Spezia? È questa la domanda che la Community portuale rivolge al presidente dell’Autorità Portuale di Sistema e al principale terminalista, LSCT, chiedendo la convocazione di un tavolo di confronto finalizzato a verificare i rispettivi programmi specie relativi alla realizzazione di nuove infrastrutture.
“Nessuna motivazione polemica – afferma Andrea Fontana, presidente degli Agenti Marittimi, intervenendo a nome della Community – ma la necessità reale e concreta degli operatori di essere informati correttamente e a nostra volta di tenere informata la clientela, così da scongiurare il rischio di sovrapposizione di interventi e quindi di danni concreti alla produttività e anche alla credibilità del porto”.
Secondo la Community portuale spezzina, apprendere solo dai giornali l’esistenza di un serrato programma di nuove opere, che, come una volta di più testimonia anche il caso delle barriere fono-assorbenti, sono ancora da avviare e i cui tempi di realizzazione sono incerti, si somma al proliferare di voci talora contradditorie, relative a scelte fondamentali, in primis il cosiddetto Terzo bacino, che non sembra essere più considerato opera così prioritaria.
“Nell’interesse comune del porto e nella prospettiva di sviluppo dei traffici – afferma Alessandro Laghezza, presidente degli Spedizionieri – è indispensabile disporre di un cronoprogramma che segni anche la ripresa di un dialogo costante e trasparente fra tutti gli attori principali del porto, Autorità, terminal e Port Community”.
“L’andamento dei mercati – conclude Sergio Landolfi, al vertice degli spedizionieri doganali – è di per sé così fragile e volatile da richiedere dove possibile riferimenti certi, specie all’interno dei porti e quindi della punta sul mare della catena logistica”.