Durante l'inaugurazione è stato anche presentato un accordo stretto con Università di Genova, Olivetti e Tim per la valorizzazione ed esportazione di conoscenze e servizi digitali verso istituzioni e imprese.
L'accordo, denominato DOS (Digital Online Services) vuole mettere insieme competenze e conoscenze per creare piattaforme digitali integrate per aumentare la competitività nazionale e internazionale del territorio ligure. Nuovi poli di sviluppo e nuove iniziative che sottolineano una volta di più la voglia e la necessità di puntare sul digitale e sul mondo dell'app economy per creare sviluppo e nuovi posti di lavoro.
Ma cos’è la digital transformation? E come si sta evolvendo nel nostro Paese?
Era il 1800 quando John Adams, secondo presidente degli Stati Uniti, firmò un atto nel quale si decise la creazione di una biblioteca che contenesse "i libri necessari alle esigenze del Congresso". Nel 1815 nacque così la Libreria del Congresso, con 6.487 libri. Non c'è alcun dubbio che si tratta di una grande ricchezza di informazioni. Beh, Walmart, il gigante del retail statunitense, gestisce una quantità di informazioni - equivalente a quelle della biblioteca - in soli 22 secondi. Non si tratta di un errore: ogni ora Walmart elabora infatti più di 1 milione di transazioni della propria clientela. E, se un tempo, per acquistare un libro avremmo dovuto recarci in libreria, trovare parcheggio, eventualmente fare la fila e se il libro non fosse stato disponibile avremmo dovuto ordinarlo, oggi invece l'esigenza di una buona lettura può essere soddisfatta in modo semplice e veloce, comodamente seduti da casa o dall'ufficio. Ne è un esempio Amazon, la più grande vetrina “virtuale” del mondo che - oltre ad essere diventata il primo operatore cloud, facendo da magazzino di dati informatici per migliaia di aziende - vende on-line oltre 19.000 articoli, tra cui libri, video, giochi, computer, ecc.. Esempi come questo raccontano la medesima storia: il mondo raccoglie ogni giorno una quantità di informazioni digitali sempre più vasta e in maniera sempre più rapida. La rivoluzione digitale in atto s'intreccia sempre più spesso con i processi economici tradizionali: più velocità, semplicità, meno distanze, costi di realizzazione sempre più bassi e qualità sempre più alta.
Nel settore dell'app economy l'Italia vanta già numeri importanti in termini di operatori impiegati e portata economica. Analizzando i dati di uno studio del Progressive Policy Institute emerge come le persone impegnate nello sviluppo delle applicazioni per smartphone e tablet italiane erano 97mila già a inizio 2016. Cifra che poneva il nostro Paese al quinto posto in Europa dietro Gran Bretagna (321mila), Germania (268mila), Francia (228mila) e Paesi Bassi (125mila). Il numero che più impressiona è quello totale: 1,64 milioni di posti di lavoro, quasi al pari degli 1,66 registrati in Usa.
In Italia l'intero settore rappresenta appena lo 0,4% dell'intero mercato del lavoro. Un dato che sottolinea come nel nostro Paese i margini di crescita dell'app economy siano enormi.
A ulteriore riprova delle potenzialità del settore e della necessità di investire ancora di più in sviluppo e formazione sono arrivati in questi giorni i dati dell'Osservatorio del Politecnico di Milano sul mercato del gioco online regolamentato.
Numeri e cifre che hanno sottolineato l'importanza del mobile, cresciuto più del 50% nell’ultimo anno, mentre il gaming online nel complesso ha fatto registrare un buon +25%. Crescita cui hanno contribuito gli operatori di casinò online: significativo l'esempio degli sviluppatori di PokerStars Casino che hanno recentemente lanciato sul mercato le proprie app per giocare in mobilità, aprendo un ulteriore canale di sviluppo per il mobile gaming.
Nel complesso, le iniziative per mobile – nuove applicazioni e siti ottimizzati – nell’ultimo anno sono aumentate del 24% su smartphone e del 3% su tablet. Secondo i dati del Politecnico di Milano, queste nuove iniziative hanno portato il comparto mobile ad arrivare al 23% di penetrazione dell'intero mercato, a fronte del 19% registrato nel 2015. L’84% della spesa è effettuata sugli smartphone, ormai il canale di gioco mobile più utilizzato.
L’app economy in Italia continua a far registrare tassi positivi e arriva a contribuire all'1,65% del Pil totale. E questo indipendentemente dalla piattaforma scelta. Sull'App Store è possibile scaricare oltre 2,2 milioni di applicazioni per iPhone e iPad, molte delle quali realizzate dai 264mila sviluppatori ufficialmente registrati in Italia. Dall'altro lato della luna, il sistema operativo Android, arrivano dati altrettanto impressionanti: 600 modelli di nuovi smartphone lanciati in un anno e 2,8 milioni di app disponibili in tutto il mondo su Play Store. Molto distanti sono invece i numeri degli altri sistemi operativi: 669mila app disponibili su Windows Store, 234mila su Blackberry World e circa 600mila su Amazon App Store, da cui è possibile scaricare applicazioni per Android.
Nel 2015 sono state installate 156 miliardi di applicazioni in tutto il mondo per un mercato destinato a crescere, secondo le previsioni, almeno fino al 2020. Un trend positivo in cui si inserisce a pieno diritto anche l'Italia. Delle start-up avviate nel 2014, il 46% si occupa di progetti legati alle nuove tecnologie digitali e il 4% nasce proprio per lo sviluppo e la creazione di app.
Start-up innovative, nuovi poli come quello di Erzelli e accordi aperti come il DOS. L'ennesima dimostrazione di come il futuro sia indissolubilmente legato a mobilità e tecnologie digitali.