È infatti inutile rimettere mano alla pianificazione commerciale per le piccole e medie imprese se poi la viabilità non sostiene il tutto ma pare quasi indirizzare altrove.
I ritardi sul perimetro di Piazza Europa, la nuova modifica al cantiere di Piazza Verdi, il conseguente spostamento del traffico dei mezzi pubblici su Viale Italia con la relativa cancellazione dei posti auto gratuiti sul medesimo Viale, la "minaccia" di eliminare la sosta da Piazza Beverini e poi le richieste portate in Regione per nuove aperture di unità di vendita di grandi dimensioni ci preoccupano. E molto.
Perché o non vi è programmazione e visione di insieme o pare davvero che vi sia un disegno per indebolire il commercio cittadino o quel poco che ormai riesce a sopravvivere. Ovviamente minando non solo le imprese ma anche tutti i rispettivi lavoratori, giovani o anziani che siano.
Non vorremo che tutte queste modifiche definite "temporanee" diventino definitive, senza però aver trovato delle soluzioni migliorative in tempo utile.
Da sempre la nostra associazione di categoria predica e chiede programmazione: non improvvisazione ma una calendarizzazione delle opere, ovviamente dietro studi di fattibilità, per far sì che la città possa sì cambiare ma migliorando.
Andando indietro nel tempo –da anni fino a ieri- vediamo però che si parla di modifiche in corsa, senza progetti seri e fattibili.
Abbiamo perso Piazza del Mercato anni fa e continuiamo a vederla morire, poi è toccato a Piazza Sapri ed al Quartiere del Torretto, abbiamo perso Piazza Verdi (i suoi parcheggi e la sua funzionalità), abbiamo perso ora Viale Italia con le sue due corsie e le sue zone di parcheggio gratuito senza sapere per quanto ne saremo privati. Poi sentiamo parlare di chiudere alle auto Piazza Beverini perché si potrebbe provare a chiedere alla Marina una concessione...
Insomma, qui ci si rimette sempre qualcosa. Intanto nelle periferie assistiamo a due fenomeni: il centro commerciale è sempre meglio servito ed assistito e intanto vengono chieste alla Regione nuove aree per l'apertura di strutture commerciali di grandi dimensioni. Per fortuna la regione molte ne ha bocciate e solo alcune verranno esaminate. Da una parte si promette e dall'altra si toglie.
Certi comportamenti, però, non sono più tollerabili né giustificabili. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo. E vediamo che oltre a noi ed alla opposizione politica, questa volta, anche la cittadinanza è compatta, perché è stufa di questo modus operandi ed ha capito che il futuro di una economia come la nostra non è nel grande, ma nel piccolo. Non nella quantità ma nella qualità.
La città ed il centro hanno infatti bisogno di essere ripopolati, arricchiti di negozi ed iniziative, aiutati. Non svuotati.
Confcommercio si muoverà in tutte le sedi e direzioni per salvare la città e per migliorarla. E non nascondiamo che forse è arrivato il momento che anche gli imprenditori ed i lavoratori scendano in piazza o si facciano vedere e sentire alle prossime elezioni. Perché non possiamo più perdere terreno, non possiamo sempre stare a risolvere problemi altrui causati da poca preparazione o visione imprenditoriale e dobbiamo salvare il nostro lavoro e le nostre famiglie. Realtà oggi minacciate.