La dirigente continua: "Le demolizioni industriali sono lavorazioni altamente inquinanti, tanto più se eseguite a poche centinaia di metri dal centro città. Fermo restando che la tutela della salute dei cittadini deve essere un valore imprescindibile, anche da un punto di vista di marketing territoriale la scelta della demolizione è un danno. Che immagine vogliamo dare agli operatori del turismo ed agli stessi turisti? Quella di una città che, mentre in tutto il mondo avanzato si scelgono modelli di sviluppo a tutela della salute e dell'ambiente, punta su lavorazioni nocive?".
Graziana Gianfranchi conclude: "Dovrebbe essere invece l'esatto contrario: una città che punta su un commercio di qualità, sul decoro urbano, su un turismo compatibile con l'ambiente, sulla cultura. Sicuramente il nostro arsenale militare deve tornare ad essere un volano per il rilancio economico e occupazionale; ma questo va realizzato attraverso la valorizzazione dei suoi spazi per la ricerca e l'innovazione tecnologica, con progetti culturali e museali, per l'archeologia industriale ed il recupero di un patrimonio di sapienza industriale ed artigianale. Ben vengano le lavorazioni industriali, ma queste devono essere di alta qualità e compatibili con l'ambiente e la nuova idea di sviluppo della città e del suo territorio."