Interventi da tempo richiesti dalle imprese per permettere la navigabilità, condizione essenziale alle attività su cui si basa per altro l'economia della zona, e fondamentali per la sicurezza del fiume stesso.
Grazie ad un incontro svolto tra l'Assessore Regionale Giacomo Giampedrone e una delegazione CNA Nautica composta dal Presidente Federica Maggiani e tre imprenditori del Magra, si sono affrontate le principali problematiche del settore.
La risoluzione definitiva dei problemi legati al dragaggio, sia dello specchio acqueo in concessione che di eventuali canali indispensabili per accedere alle darsene, procederà tramite un interessamento diretto dell'Assessore Regionale Giampedrone che si è fatto carico di convocare e coordinare un tavolo tecnico in grado di coinvolgere tutti gli attori presenti (Capitaneria, Provincia, Regione, Comune, Arpal, Parco e Imprese) e riuscire a procedere celermente con regole certe e percorsi autorizzativi concordati.
Oltre alla navigabilità è stato affrontato il tema del regime concessorio delle ditte nautiche fluviali, al fine di equiparare il dovuto del demanio idrico a quello marittimo, per il quale si prevede un incontro con l'Assessore Scajola di competenza sul tema.
Le imprese che insistono sul demanio idrico pagano concessioni molto più onerose a fronte ad una perdita di valore delle stesse maggiore di chi è ubicato più a valle. Negli ultimi anni una situazione complessiva di crisi si è aggravata a causa da fattori legati alla territorialità da attribuire al susseguirsi di alluvioni prima e da un insabbiamento costante da almeno tre anni. Il Magra che conta sulla carta 3.000 posti barca, posti che solo fino al 2010 sembravano addirittura insufficienti a dare risposta ai potenziali clienti, vede oggi una presenza delle imbarcazioni in piena stagione pari al 70% circa, presenza che si riduce moltissimo se distribuita nei diversi punti del Fiume, in relazione al posizionamento delle darsene sopra o sotto il Ponte della Colombiera e accessibilità alle stesse data dalla "navigabilità". Per riuscire a mantenere questa percentuale di presenza le tariffe applicate sono scese, in molti casi, anche del 50%, non sono però scesi i canoni concessori, anzi sono al contempo aumentate a dismisura le spese necessarie al mantenimento dello specchio acqueo in concessione.
I canoni sono ad oggi non commisurati alla loro reale redditività che è scesa nel giro di pochissimi anni in maniera rilevante, agire sulla parte del canone non ricognitorio per individuare la tariffa equa in sulla base della reale redditività del bene diventa pertanto vitale alle aziende del settore considerando che gli operatori in questione, sobbarcandosi la manutenzione o il ripristino di canali navigabili adeguati, operano anche in beneficio degli enti pubblici altrimenti preposti a questo tipo di attività.