"Il taglio dell'Imu agricola e della Tasi sulla prima casa, annunciato dal primo ministro Renzi, potrebbe ridare linfa vitale al sistema delle PMI, dando un importante segnale a diversi mercati, quali quello immobiliare, quello edile e quello vacanziero italiano: meno soldi da versare allo Stato corrispondono infatti a più soldi da destinare alla casa (bene primario e rifugio per gli italiani) oppure alle vacanze o al guardaroba.
Confcommercio quindi non può non essere che felice di questo annuncio, che però è ben chiaro non può restare solo voce ma deve essere messo nero su bianco.
Siamo infatti sempre convinti e purtroppo a che fare con una elevata pressione fiscale sulle imprese e sulle famiglie che è poi ciò che costituisce una zavorra pesantissima per la ripresa economica".
È il commento di Roberto Martini, Direttore Provinciale Confcommercio, che alla guida dell'associazione spezzina collabora anche con le sigle del settore immobiliare, del turismo, della moda e dei servizi, FIMAA, Federalberghi e Federmoda.
"Il premier Renzi ha illustrato i primi tasselli del taglio delle tasse a partire dal 2016: si tratta di misure che entreranno nella prossima legge di Stabilità e che peseranno alle casse dello Stato per circa 4,3 miliardi di euro. Una riforma finalizzata alla obbligatoria e necessaria riduzione della pressione fiscale, premessa fondamentale per far ripartire l'economia di tutto il Paese. Ridurre le tasse sul mattone riordinandole in un'unica tassa sulla casa, la "local tax", tagliare l'Imu sui terreni agricoli, sulle strutture ricettive alberghiere e quella sui macchinari delle imprese fissati a terra, è un percorso condivisibile per la ripresa di diversi mercati. Ma la cautela rimane d'obbligo visto che ancora si deve capire se e da dove arriveranno le coperture necessarie al riordino fiscale. I fondi necessari potrebbero essere recuperati tagliando la spesa pubblica inefficiente.
Di conseguenza, con più soldi a disposizione, anche le imprese turistico ricettive e del settore di vendita al dettaglio dell'abbigliamento o delle calzature, su cui si base ancora gran parte dell'economia italiana, potranno ottenere dei benefici.
Innanzitutto gli alberghi potranno essere aiutati dopo anni di difficoltà, in secundis con più soldi nelle tasche avrebbero benefici anche i negozi e quindi il mercato del lavoro con meno posti a rischio e più posi assicurati".
Pubblicato il: 27-08-2015
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