"La manifestazione contro l'utilizzo del latte in polvere è stato un segnale importante. - dichiara Domenico Pautasso, direttore Coldiretti Genova e La Spezia - Ma non è ancora sufficiente. Dobbiamo andare avanti raccogliendo le firme per la petizione aperta a sostegno del latte italiano. Per partecipare è sufficiente recarsi negli uffici Coldiretti". Un messaggio chiaro all'Europa, che vorrebbe il ritiro della legge 138 dell'11 aprile 1974, norma che vieta la detenzione e l'utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari destinati al consumo umano. In merito, Coldiretti ha lanciato anche il manifesto #No ai formaggi senza latte. #Sì alla distintività italiana.
"Le nostre aziende sono preoccupate. - prosegue Pautasso - Sia produttori di latte, sia produttori e trasformatori, che giustamente vorrebbero essere tutelati e rifiutano le richieste dell'Unione Europea, scaturite dalla pressione delle lobby industriali. Il via libera dalla Ue alla polvere di latte provocherebbe l'abbassamento della qualità, l'omologazione dei sapori e un maggior rischio di frodi". Imprenditori spezzini del settore come Mario Esposito, titolare del Caseificio Esposito di Brugnato, e Sergio Traverso, Coop. Casearia Val di Vara, si sono fatti sentire con decisione contro l'introduzione del latte in polvere, una battaglia che ha visto recentemente unire le forze Coldiretti La Spezia e la locale Confartigianato.
E poi c'è la questione dei danni provocati dagli animali selvatici. Da venerdì scorso, anche sul tavolo della Regione Liguria, in particolare dell'assessore all'agricoltura, Stefano Mai, c'è la bozza di un testo di legge regionale per venire a capo del problema. "Serve una strategia, non possiamo finire nelle riserve a forza di recinzioni! - dichiara Pautasso - Adesso le Giunte regionali sanno cosa devono fare, grazie al testo di legge loro consegnato". Un documento che parla dettagliatamente di sostegno all'adozione di mezzi e soluzioni per la prevenzione, di abbattimenti, allontanamenti e catture. "La situazione è molto delicata. - conclude il direttore Pautasso - L'entroterra genovese è un vero campo di battaglia. Stesso discorso per Cinque Terre, Levanto e Varese Ligure, territori che continuano a subire i danni di cinghiali, caprioli e altri ungulati. A Varese preoccupa anche la presenza di branchi di lupi".