Proprio perché ne siamo consapevoli, assieme alle associazioni, ai civ, ai comitati, alle numerose realtà della società civile attive in città e, talvolta, anche ai singoli commercianti e cittadini, in questi anni abbiamo provato a mettere in campo diverse strategie volte ad arginare e fronteggiare la crisi ed ha costruire una nuova vocazione della città.
In questa direzione vanno le iniziative volte ad animare il centro storico, a riqualificarlo, il piano del commercio da poco varato, la centralità del tema del turismo e dell'accoglienza turistica.
Sicuramente alcune cose sono da rivedere, ma altrettanto sicuramente alcuni risultati sono stati ottenuti, altri se ne devono raggiungere, altri sono ancora da immaginare e costruire.
La città non se ne è accorta?
Non lo pensiamo.
Proprio perché questi obiettivi ed interventi sono stati per lo più concordati e condivisi, la città con i vari protagonisti ha partecipato attivamente a questo percorso, talvolta anche con i sacrifici e con gli sforzi necessari per adeguarsi e saper cambiare al ritmo veloce in cui cambiano gli interessi, i gusti, i flussi turistici.
La Spezia 2015 non è più la città di qualche anno fa, è una città profondamente cambiata, che ormai crede in una concreta possibilità di sviluppo anche nell'ambito turistico.
I turisti non se ne sono accorti?
Non pensiamo neppure questo.
I dati dei soggiorni in città del 2014 e quelli parziali del 2015 sono di notevole crescita del settore.
Il turista – viaggiatore conosce la nostra città, ci sosta e, dai dati in crescita, pare apprezzarla.
I croceristi non se ne sono accorti?
Potrebbe essere. Noi non abbiamo i dati per dirlo.
Se non se ne sono accorti è evidentemente mancato un collegamento fra quel settore e la città.
Questo collegamento, questa connessione vanno sicuramente creati, perché chi arriva in città è, nell'immediato, un'importante risorsa per il commercio cittadino ed è in nuce un possibile turista – viaggiatore nel nostro territorio.
Qual è il luogo "della connessione"?
Non può essere certo un luogo privato, un luogo per accedere al quale è necessario il pagamento di una quota di iscrizione, un "orticello"; siamo fermamente convinti che debba essere un luogo aperto al pubblico, il luogo "comune", perché è lì che si costruisce il futuro della città, la sua valorizzazione, sia nei beni pubblici che in quelli privati, che si costruisce una nuova cultura dell'accoglienza e si struttura la città per evolvere e cambiare.