Oggi, tuttavia, questo primato sta scomparendo. C'è infatti il rischio reale che l'allevamento di capi biologici per la produzione di latte vada verso l'estinzione. Con un mercato del biologico – vero paradosso - in continua crescita, che ha permesso in pochi anni alla Cooperativa Casearia Val di Vara di raddoppiare il fatturato. Se nei prossimi anni si dovesse verificare l'estinzione delle stalle da latte, sarebbe una catastrofe per l'intera economia della vallata. Il problema è che oggi in Val di Vara si producono pochi quintali di latte biologico al giorno a fronte di una richiesta superiore di ben 5 volte da parte della Cooperativa Casearia Val di Vara, e con ulteriori prospettive di crescita sempre nel settore caseario legate alla presenza di Ars Food, primo produttore italiano di yogurt biologico con stabilimento a San Pietro Vara, frazione di Varese Ligure. Coldiretti, da anni impegnata per la difesa e la valorizzazione del Made in Italy, non intende stare a guardare.
"Il rischio ormai conclamato - spiega Domenico Pautasso, direttore Coldiretti Genova e La Spezia - è che, mancando la produzione locale, si perdano per sempre i marchi di identificazione e tracciabilità del prodotto. Sarebbe inaccettabile. Non possiamo pensare che domani alcuni formaggi tipici prodotti dalla Cooperativa perdano l'etichettatura di biologico della Val di Vara perché la produzione locale non garantisce più quella percentuale necessaria a identificare il prodotto".
Dall'organizzazione arriva una proposta concreta. "Ora, visto lo scenario che è venuto a manifestarsi nonostante gli appelli che da anni sono stati lanciati alle istituzioni locali, - prosegue Pautasso - pensiamo sia giunto il momento di fare una riflessione seria e chiara sull'opportunità di ristrutturare l'azienda agricola Casaletti, situata nel territorio comunale di Varese Ligure e di proprietà della Provincia della Spezia, al fine di produrre latte biologico. L'azienda potrebbe garantire, ovviamente a seguito di uno studio di fattibilità, una produzione necessaria a soddisfare almeno il 70% della domanda di latte biologico da parte della Cooperativa".
Ma questo, secondo Coldiretti, non basta. "È infatti necessario - spiega il direttore Pautasso - fare un ragionamento serio e strutturale di accompagnamento e di crescita per quelle aziende che oggi producono latte biologico in zona. A questo proposito, ci candidiamo ad aprire un tavolo permanente con i produttori locali, le istituzioni e la dirigenza della Cooperativa al fine di predisporre un progetto reale e fattibile per affrontare il problema. L'azienda Casaletti è uno strumento come le micro aziende presenti sul territorio: crediamo valga la pena tentare di investire su un progetto di fattibilità, con l'augurio che la rinnovata azienda possa essere gestita da imprenditori locali in forma singola o associata. Se Casaletti dovesse prendere forma come già dichiarato dovrà operare in piena autonomia nella fase gestionale come un'impresa qualsiasi. Semmai ci sarà il sostegno pubblico dovrà essere solo in fase di studio progettazione e ricerca dei finanziamenti necessari alla realizzazione del progetto. Dopodiché, dobbiamo agire anche sul tessuto imprenditoriale locale, affinché abbia le stesse possibilità e le stesse opportunità che si potrebbero presentare per la Casaletti".
Indispensabile, in quest'ottica, non perdere il treno dei fondi europei. "A breve si apriranno i bandi del PSR 2015 – 2020. - conclude Pautasso - È necessario sfruttare questa opportunità per realizzare un accordo di filiera che coinvolga le istituzioni, il mondo della produzione e le cooperative. Un'intesa che garantisca un prezzo remunerativo per le aziende da latte e consenta di stabilire parametri certi; non approfittare dei bandi significherebbe candidare a una fine certa l'economia lattiero casearia della Val di Vara. Al punto in cui siamo, non possiamo più perdere tempo. Sarebbe miope non affrontare con determinazione e fermezza questo problema".