Nelle attività di ristorazione (escludendo gli usi in cucina e nella preparazione dei pasti) gli oli di oliva vergini dovranno quindi essere proposti ai consumatori in confezioni provviste di un'etichettatura conforme alla normativa e, soprattutto, di un idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata. Previsto anche un sistema di protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo aver terminato il contenuto originale indicato sull'etichetta.
«Le novità per il prodotto simbolo della dieta mediterranea, e una delle eccellenze del territorio ligure, non si fermano al tappo antirabbocco – spiega Germano Gadina, presidente di Coldiretti Liguria – è prevista anche un'etichettatura diversa rispetto a quella degli oli prodotti con miscele provenienti da uno o più Stati: in questo modo il consumatore sarà meglio informato sulla diversa qualità e composizione merceologica del prodotto. Si tratta di un'importante vittoria per Coldiretti, perché aiuta a salvaguardare un prodotto tipico del nostro territorio che, oltre a rappresentare un fattore salutare per i nostri cittadini, è anche una realtà produttiva fondamentale che porta risorse e occupazione nella nostra regione».
Nel rispetto della normativa comunitaria, l'Italia questa volta non ha rinunciato a svolgere il ruolo di leader nella tutela della qualità e della sicurezza alimentare in Europa. «Considerando che due bottiglie su tre riempite in Italia contengono olio di oliva straniero – precisa Gadina – è particolarmente importante l'applicazione delle regole di tutela della produzione di extravergine nazionale: se nella ristorazione sono aumentate le garanzie, anche con l'immediato avvio dei controlli da parte delle autorità responsabili, nei negozi e nei supermercati il consiglio ai consumatori è di verificare con attenzione l'etichetta: se non si tratta di olio italiano al 100%, deve essere riportata la scritta "ottenuto da miscela di olio comunitari o extracomunitari". Una sigla spesso nascosta nel retro della bottiglia e in caratteri minuscoli». In alternativa, si può scegliere una delle 43 designazioni di origine riconosciute dall'Unione Europea che garantiscono l'origine italiana, oppure le bottiglie dove è esplicitamente indicata l'origine nazionale delle olive. «Meglio ancora – conclude Gadina – acquistare direttamente dai produttori agricoli».