"L'Assessore Cascino ha detto una mezza verità, non una intera. Perché? Perché i numeri che ha dato alla stampa sono solo una minima parte di quanto oggi le nostre imprese paghino. Ma partiamo da una premessa: per ovvi motivi uno stabilimento balneare, oggi in Italia, non lavora 12 mesi come molte altre imprese, bensì la metà, se va bene. Eppure si parla di noi come se operassimo 365 giorni all'anno. Non è così. Inoltre i prezzi riportati si riferiscono solo alle superfici, mentre in caso di possesso di edifici incamerati sul demanio le cifre aumentano sino al 500% ed oltre. Ci vogliono far passare per quelli che pagano poco, ma mentre la maggior parte del comparto del turismo paga l'IVA al 10% noi la paghiamo al 22%. Poi l'Assessore Cascino ha tralasciato il fatto che il Governo ha previsto che le concessioni a qualunque titolo non possano pagare meno di € 2.000 ed € 4.000 se l'attività gestisce anche un bar od un ristorante. E ancora: noi paghiamo la Tarsu (o quel che diventerà) anche sulle aree aperte, non coperte, quando invece numerose sentenze delle commissioni tributarie hanno sancito che queste non debbano essere tassate perché non idonee a produrre rifiuti. Quindi si capisce bene che i numeri son ben diversi da quelli dati. Ma finiamo: l'Assessore dice che quanto la Regione recupererà da queste nuove tasse sarà reinvestito per la difesa del litorale, riqualificazioni e quant'altro. Ma se nel 2015 o nel 2020 per colpa della Direttiva Bolkestein saremo costretti ad abbandonare le nostre imprese... queste tasse le pagheremo per noi o per chi si comprerà le spiagge che il Governo e l'Europa ci stanno usurpando? Nel 2007 la Corte Europea ha sentenziato che le aree in concessione non debbano subire la "direttiva servizi" perché la concessione è stipulata per un'area perchè i balneari sono concessionari di un terreno e non di un servizio quindi che c'entra con noi la direttiva servizi?