A tavola l'innalzamento dell'aliquota andrà a penalizzare gli ottimi vini del nostro territorio, dal Vermentino allo Sciacchetrà, ma anche le bevande gassate la birra, i succhi di frutta, fino all'acqua minerale. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulle principali voci della spesa alimentare interessate dall'aumento dell'Iva dal 21 al 22% a partire da oggi.
La maggioranza dei prodotti alimentari di largo consumo come frutta, verdura, carne, latte e pasta sono esclusi dagli aumenti anche ma il rischio di vedere i prezzi salire verso l'alto c'è, e non per colpa delle imprese agricole: la ragione, infatti, è data degli effetti dell'aumento dell'aliquota Iva dal 21 al 22% sui carburanti poiché – sottolinea la Coldiretti spezzina - ben l'88% della spesa viene trasportata su strada.
Inoltre, il "(rin)caro carburante" potrebbe evere effetti altrettanto negativi per il turismo rurale del territorio: il 43% degli italiani userà meno l'auto, a dimostrazione del fatto che si compensano i rincari provocati dall'Iva con minori consumi (l'indagine è condotta da Coldiretti sulla base dei dati Nielsen proprio sugli effetti dell'aumento dell'aliquota Iva.
"L'inflazione a settembre è in calo secondo l'Istat anche perché – sottolineano Menoni e Pautasso - il carrello della spesa si svuota con gli italiani che hanno tagliato del 4% la spesa alimentare. La verità è amara ma evidente: l'aumento della pressione fiscale e la riduzione del potere di acquisto generale coinvolge l'intero sistema economico che si trova già in una fase recessiva. Se si vuole ripartire il primo punto da affrontare è quello di non penalizzare ulteriormente i consumi riducendo ulteriormente il potere di acquisto, compromesso dalla crisi".
Quello dell'Iva è solo l'effetto più immediato della crisi politica: in predicato, infatti, ci sono temi sensibili come la legge di Stabilità, la riduzione del cuneo fiscale, privatizzazioni, introduzione della Service tax chiamata a sostituire il combinato-disposto Tares (rifiuti) e Imu.
"Nessuno si augurava di tornare a dover fronteggiare una fase di instabilità politica che non fa bene a nessuno: né al Paese, né alle imprese, né ai cittadini: una fase che occorre superare al più presto, trovando la giusta e miglior soluzione affinchè il sistema-Italia, e con esso l'agricoltura, possa uscire il più rapidamente possibile dall'attuale incertezza. Parlando ancora di numeri, per solo il settore agricolo italiano, senza Legge di Stabilità, sono in gioco 350 milioni di euro della seconda rata Imu, una batosta insostenibile anche per le imprese del nostro territorio".