Prima della liberalizzazione del prezzo dei carburanti, il gestore era la persona di fiducia da cui farsi controllare il mezzo e ricevere attenzioni da professionista. Oggi, ne comprendiamo anche le motivazioni, tutto è finalizzato al prezzo trasformando i gestori in guardiani della piazzola del proprio distributore.
"I volumi, a causa della crisi, sono calati. A livello nazionale c'è stata una perdita di centomila addetti in un settore dove la gran parte delle aziende è a gestione familiare – dichiara Maurizio Viaggi responsabile di Cna distributori carburante – le nostre imprese, anche alla Spezia e in Liguria, non ce la fanno più".
La Cna ha in programma un incontro con l'assessore alle Attività produttive della Regione Liguria per affrontare le tante problematiche del settore, proponendo migliorie sulla normativa regionale a tutela del consumatore e del gestore.
Per la CNA, occorre valorizzare la rete carburante sul territorio all'insegna del servizio, della modernizzazione e della sicurezza, nell'interesse dell'utente. In questo senso, prendendo esempio dalla regione Toscana si deve vietare, salvo in zone di montagna o in aree particolarmente svantaggiate, l'apertura di impianti senza gestore. Questi distributori self, di proprietà delle stesse compagnie petrolifere, praticano prezzi minori. Comprendiamo che possa sembrare un grande vantaggio per il consumatore, in realtà è il classico "prezzo civetta" che consente di mantenere su tutta l'altra parte della rete distributiva, sempre di loro proprietà, prezzi maggiorati e con sempre minore ritorno per il gestore.
Necessitano interventi da parte del governo per calmierare il prezzo della benzina, riducendo le accise, favorendo una reale liberalizzazione del settore e imponendo alle compagnie politiche del prezzo a tutela del consumatore e del lavoratore, gestore dell'impianto.
"I benzinai sono dalla parte del consumatore, in un momento di crisi i prodotti petroliferi per la mobilità e per il riscaldamento devono costare meno – ribadiscono Viaggi e la Cna – deve intervenire il governo con la riduzione dell'incidenza del fisco sul prezzo al consumo e lo devono fare le compagnie petrolifere. Non possiamo far ricadere gli oneri sui cittadini, sulle imprese o sui gestori dei distributori. Speculare sul costo dei prodotti petroliferi ci allontana dalla ripresa".