La pandemia da Covid 19 è finita, eppure i suoi strascichi si sentono ancora. E non ci stiamo riferendo ai segni di crisi economia, alle aziende ancora in difficoltà, ai brand che solo adesso si stanno scrollando di dosso i segni meno nel bilancio e gli effetti del lockdown. L’eredità della pandemia è soprattutto nelle nuove abitudini, nei nostri atteggiamenti.
Un cambiamento che si è verificato offline, ma che si ritrova anche e soprattutto nella filiera digitale. Prendiamo come esempio il mondo del gaming, una delle grandi industrie che proprio dal 2020 in poi ha spiccato il volo in termini di pubblico, di introiti e di prospettive di crescita. Il primo cambiamento nella natura comportamentale dei giocatori è che, se prima si giocava attraverso consolle e play station oppure, per quanto riguarda il gambling, nelle sedi fisiche, adesso il gioco passa soprattutto per il web. I giocatori italiani sono oggi 5 milioni, le sessioni di gioco durano in media da una a due ore (risponde così il 40% degli appassionati) e il device preferito continua a essere il PC per i videogame tradizionali, ma la quota del mobile gaming è in costante crescita.
La svolta dell’online è stata sottolineata anche dalla Dottoressa Giulia Calamai, psicologa e psicoterapeuta cognitiva comportamentale dell’Istituto Ipsico di Firenze. "Possiamo dire senza dubbio che il gioco su internet durante il periodo della pandemia si è molto normalizzato - ha spiegato - Molte persone, che prima dei lockdown non concepivano il mondo dell’online, hanno cambiato comportamento ma senza che si sia aggiunto un valore negativo".
A giocare un ruolo importante nel processo di attrazione degli utenti da parte del web ci sono i nuovi meccanismi di gamification applicati al mondo del marketing. Il caso più significativo nel gaming è quello delle offerte senza deposito dei casinò digitali, che facendo leva sul concetto di ricompensa e di gratuità, sono riusciti a conquistare fette mai raggiunte prima di pubblico.
Una ricerca interessante sui comportamenti dei giocatori online è poi quella che guarda alla relazione tra cibo e gaming. A condurla è stata la piattaforma Pollfish.com ed aveva come obiettivo capire quali erano le abitudini alimentari dei giocatori mentre sono impegnati nelle loro attività. Il 57% dichiara di mangiare durante le sessioni, soprattutto per noia, per fame o per mantenere alta la concentrazione, mentre il 73% spiega di non aver cambiato la propria dieta durante e dopo la pandemia. Insomma, alcune cose cambiano, altre invece rimangono sempre uguali. Non di certo la natura degli utenti, in costante trasformazione e in continuo mutamento.