I gusci dei muscoli spezzini, uniti ai sedimenti derivanti dai dragaggi, diventano materiale da costruzione. Il Segretario generale dell’AdSP, invitata alla trasmissione di Radio24 “Si può fare”, ha illustrato il progetto "Greenlife4seas", che coinvolge Italia e Grecia ed è realizzato dal Politecnico di Bari in collaborazione con i centri di ricerca del Politecnico di Zurigo, Eth.
Le miscele di sedimenti, cementi e farine di gusci di muscoli, grazie al progetto, diventano nuovi materiali green che, nell'ambito del progetto verranno ulteriormente ottimizzati e trasformati in prototipi di prodotti industriali.
Nel corso della trasmissione condotta da Laura Bettini, riascoltabile al link https://www.radio24.ilsole24ore.com/programmi/paese-migliore/puntata/economie-inaspettate-090505-AFaiaHE l’ing. Montaresi ha spiegato come il porto della Spezia è stato individuato come uno dei siti dedicati per la sperimentazione del progetto. “Il settore della mitilicoltura, che caratterizza il nostro Golfo, è fondamentale per economia del nostro territorio. Quando il Politecnico di Bari ci ha proposto di partecipare al progetto abbiamo accettato senza indugi perché risolve in maniera innovativa due problemi: lo smaltimento dei sedimenti derivanti dai dragaggi portuali e quello dei gusci del muscoli.
Miscelati assieme anche ad una parte di cemento, danno vita ad un nuovo materiale utile ed altamente resistente utilizzabile per la realizzazione di blocchi di pavimentazione in ambito portuale, massi per frangiflutti, rinforzi per le banchine. Per consentire la composizione di questa miscela, verrà realizzato un piccolo impianto sul Molo Garibaldi che servirà a costruire una porzione della pavimentazione sulla testata dello stesso molo. Nelle attività verrà coinvolta anche la Cooperativa Mitilicoltori Spezzini Spezia, stakeholder del progetto”.
L'Italia è tra i primi dieci produttori mondiali di cozze e ostriche con il 10 per cento della itticoltura totale (fonte Fao-Fishstat). Di tale prodotto complessivo, mediamente oltre il 50% diventa scarto, anzitutto gusci.I sedimenti dei porti sono usualmente dragati per garantire la navigabilità e/o per rimuovere i contaminanti presenti. In Italia ci sono circa 50 milioni di metri cubi di sedimenti da dragare, con un incremento annuo di circa 5 milioni (fonte Assoporti). Attualmente, i sedimenti dei porti sono gestiti come rifiuti e conferiti in vasche di colmata, con conseguente dispendio di ingenti risorse per lo smaltimento.
Il progetto "Greenlife4 seas (GREen ENgineering solutions: a new LIFE for SEdiments And Shells)" è stato proposto all'Agenzia esecutiva europea per il Clima, le Infrastrutture e l'ambiente da un consorzio di 9 partner, guidato dal Politecnico di Bari, composto da enti di ricerca, enti pubblici e aziende italiane e la presenza dell'Autorità portuale del Porto del Pireo (Grecia), uno dei più grandi porti del Mediterraneo. Il progetto è stato ammesso al finanziamento europeo, con oltre 4 milioni di euro per l'arco temporale 2023-2028, nell'ambito del programma LIFE, il più rilevante strumento dell'Unione europea per il finanziamento a progetti inerenti azioni su ambiente e clima.
Gli aspetti procedurali e gestionali saranno monitorati da Ispra a valle dell'implementazione dei risultati della ricerca che saranno condotti dal Dicatech del Politecnico di Bari e dal CnrIrsa di Taranto Cnr-Iret di Pisa. Il partenariato esteso include oltre 20 partner tra cui il ministero della Transizione ecologica, il Comune di Bari, diverse cooperative di mitilicoltori di Taranto e La Spezia, Remtech expo e numerose aziende come Mapei, Prefabbricati Pugliesi e Vibrotek.