“La questione dei bonus sta gettando le imprese private nell’incertezza - dichiara la referente sindacale di Cna Costruzioni La Spezia Giuliana Vatteroni - Il nodo principale riguarda la cessione del credito e sconto in fattura, ovvero la misura finanziaria che accompagna tutti i bonus in edilizia che è stata oggetto negli ultimi quattro mesi di quattro diversi provvedimenti. Le banche hanno chiuso i rubinetti e le imprese si trovano in sofferenza di liquidità. Se non riparte questo meccanismo in modo fluido, è chiaro che molte imprese potrebbero rischiare il default e saltare”.
“Il 2021 è stato un anno positivo, il settore è cresciuto del 16% e ha prodotto 1/3 del Pil del Paese - prosegue Vatteroni - Secondo il Cresme dai 28 mld che sviluppava il mercato dei bonus, siamo passati a 51 mld. La crisi dell’edilizia aveva spazzato via quasi 100.000 imprese dal 2008. Anche se l'indice della produzione nelle costruzioni rilevato dall’ISTAT cresce del 19,4% e le rilevazioni delle casse edili sono ancora positivi ci immaginiamo un 2022 ben diverso. A livello normativo la materia dei bonus ha avuto 30 interventi in due anni. Da ultimo il Decreto aiuti interviene per correggere nuovamente le procedure di cessione del credito, ci auguriamo che questa volta le modifiche introdotte facciano ripartire il meccanismo rapidamente. Anche il taglio minimo da 250.000 euro per ogni operazione di cessione proposta da Cdp non favorisce le piccole e medie imprese sulle operazioni di cessione e sconto in fattura. Siamo arrivati alla sesta modifica della disciplina della cessione dei crediti fiscali legati alle detrazioni per lavori edili in poco più di cinque mesi. A tutto questo si aggiunge lo shock energetico e la difficoltà di reperire materie prime”.
“L’ultima novità è nel Decreto Ucraina e riguarda l’obbligo qualificazione Soa (la capacità dell’impresa di eseguire opere pubbliche di lavori con importo a base d’asta superiore a 150.000 euro) per poter operare nel mercato dei bonus edilizi. Questo taglia fuori il 98% delle imprese. In pratica su 750 mila imprese nell’edilizia, impianti o serramenti, quelle che detengono la qualificazione Soa sono circa 17 mila. Così si lascia in mano il mercato e tutto quello che ruoterà nei bandi del Pnrr al 2% delle imprese. Questo è impossibile e inaccettabile - dichiara la referente sindacale di Cna Costruzioni La Spezia Giuliana Vatteroni - La qualificazione dovrebbe passare da una norma di accesso alla professione, per evitare in ingresso l’approdo di imprese improvvisate. L’obbligo SOA oltre a rappresentare una mazzata che allontana le PMI artigiane dal mercato, non garantisce la qualità degli interventi".
"Inoltre, sono due anni che attendiamo una norma che renda obbligatoria la formazione per la posa dei cappotti termici, il principale intervento edile per il Superbonus 110%” conclude la referente sindacale di Cna Costruzioni La Spezia Giuliana Vatteroni.