Questa scelta non deve, tuttavia, ridurre ogni ulteriore sforzo necessario per eliminare definitivamente qualsiasi ipotesi di aumento della pressione fiscale, a cominciare proprio dall'IVA. Questo ulteriore passo in avanti resta, dunque, la priorità perché, in una situazione in cui il perdurare della crisi ha portato famiglie e imprese allo stremo, un eventuale aumento di questa imposta avrebbe ulteriori, gravi effetti recessivi su occupazione, crescita e consumi.
Il momento economico italiano è drammatico ed oggi è arrivata la conferma anche della Corte dei Conti. Portare l'IVA al 22% dal 1 ottobre vorrebbe dire dare il colpo di grazia finale all'economia del paese, alle aziende, alle imprese, al mondo del lavoro che ne avrebbe ovviamente ripercussioni e quindi infine sulle famiglie.
Noi abbiamo già detto che la vera vittoria e volano per la nostra economia sarà il mantenimento al 21 e poi il ritorno al 20. Il taglio della spesa pubblica è il vero nodo del rilancio. Ed infine i costi del lavoro in Italia: va bene gli incentivi per le imprese che assumono giovani lavoratori, ma se tagliano le gambe alle vendite a cosa serviranno i dipendenti?"