E alla fine salvezza fu. Lo Spezia guidato da Vincenzo Italiano ha chiuso la sua prima annata in Serie A in modo straordinario, conquistando il diritto di partecipare al massimo campionato italiano anche nella prossima stagione con grandi prestazioni sul campo e un assoluto merito. Una salvezza che a inizio stagione era descritta come un'utopia da tanti tifosi e addetti ai lavori ma che è arrivata con un'identità di gioco invidiabile, per una squadra che non a caso è stata definita tra le realtà più piacevoli e affascinanti dell'intero panorama calcistico nazionale.
Le quote sulle scommesse calcio segnalano come l'Italia sia tra le grandi favorite in vista dell'Europeo: una rinascita italiana, una nuova Nazionale votata alla qualità, al possesso palla e a una forte identità che è anche dovuta a realtà di club minori come Sassuolo e Spezia, in possesso di allenatori capaci e che hanno costruito delle solide e piacevoli realtà nelle rispettive squadre. De Zerbi e Italiano sono i due principali esempi di come il calcio di provincia possa trovare delle vie peculiari per poter comunque realizzare campionati di tutto rispetto, producendo giocatori di grande qualità: una rarità in quello che per anni è stato un sistema calcistico dominato da speculazione e aridità, e che ora pare invece attraversare un timido ma ben augurante risveglio.
Il 4-3-3 fluido e votato al calcio offensivo di Vincenzo Italiano è stato uno dei progetti tecnici e tattici più interessanti dell'annata calcistica in Serie A, insieme alla difesa a tre dell'Inter di Conte e Gasperini, insieme a un Sassuolo che ha totalizzato il proprio record di punti e al Verona di Juric. Tanti i giocatori che questo sistema ha saputo valorizzare, e che hanno trascinato la compagine ligure ai trentanove punti finali e a un quindicesimo posto in classifica.
Il volto principale è probabilmente quello di Giulio Maggiore: centrocampista italiano dal volto pulito, mezzala dai piedi educati e da una straordinaria capacità di inserimento nelle aree avversarie, il giocatore classe 1998 è stato la nota più lieta dello Spezia di quest'anno, in grado di guidare la squadra da capitano e segnando tre goal in stagione. Il futuro del giocatore potrebbe sicuramente prevedere per lui lidi ben più blasonati dello Spezia.
Tanti sono gli altri talenti valorizzati dal progetto di quest'anno, in una squadra che annovera al suo interno tanti giovani di grande qualità. Uno dei fulcri del gioco dello Spezia è stata la sapiente regia di Matteo Ricci, che ha saputo orchestrare la manovra della squadra. Straripante è stato, invece, Emmanuel Gyasi sulla fascia, che dopo anni di calcio cadetto ha saputo determinare più volte la fase offensiva dello Spezia. Hanno avuto momenti stagionali in grande spolvero anche Agudelo, purtroppo in prestito dalla Fiorentina, il goleador M'Bala Nzola e anche il terzino sinistro Simone Bastoni, già sul taccuino di grandi club con il suo mancino di alto livello.
Una stagione stellare viste le dimensioni del club, un progetto tecnico assolutamente affascinante e che ha dato i suoi frutti nel corso di questa stagione: che meraviglia lo Spezia di Italiano.