Dopo le due positive esperienze maturate nella primavera del 2014 e 2016, ritornano a Levanto, per tre settimane di studio (teorico e “sul campo”) dell’agricoltura e dell’alimentazione locale di qualità, gli studenti della facoltà di Scienze alimentari dell’Università americana “Texas A&M”.
Il gruppo, che ha progressivamente innalzato il numero dei partecipanti all’iniziativa dai 24 della prima edizione ai 30 (oltre alle due docenti Susanne Talcott e Andreea Botezatu) di quest’anno, a dimostrazione dell’interesse suscitato dagli argomenti al centro dello stage, è giunto nella cittadina rivierasca sabato 25 maggio, è stato ricevuto nell’aula consiliare del Comune lunedì 27 dal vicesindaco rivierasco, Luca Del Bello, e sarà assistito nel suo soggiorno dalla società “Voyagertrips” (di Erica Vecchione e Douglas Heise), che opera con una sede a Levanto organizzando scambi culturali con università e circoli d'arte americani.
Il focus del progetto “Texas A&M” è lo studio dell'agricoltura tradizionale ligure, dell'eco-sostenibilità nel territorio e della cultura enogastronomica locale e nazionale. I ragazzi seguiranno i seminari su vigna e uliveti nei terreni dalla cooperativa “Vallata di Levanto”, che fornirà anche esperti per le numerose lezioni in programma.
Il Comune patrocina l’iniziativa e la sostiene logisticamente mettendo a disposizione degli studenti alcuni spazi all’interno dell’Ospitalia del mare e delle scuole medie di via Martiri della libertà per lo svolgimento dell’attività didattica.
“È per noi motivo di soddisfazione e di orgoglio – ha detto Del Bello agli studenti e ai docenti statunitensi durante l’incontro in Comune - constatare che la partnership con una delle maggiori università statunitensi prosegue e si rafforza, e che al centro dell’interesse degli studenti d’oltreoceano vengano posti proprio quei fattori che determinano l’identità e il modello di sviluppo sostenibile che stiamo attuando a Levanto attraverso il recupero delle terre incolte, l’avvio alle attività agricole da parte di giovani del posto, la valorizzazione delle produzioni locali e le forme di associazionismo incarnate nella cooperativa agricola. Le ripetute visite di giovani curiosi di studiare ed apprendere un modello per cercare di applicarlo in contesti diversi e geograficamente lontani da noi ci fa pensare che la strada sulla quale ci stiamo muovendo per sviluppare un settore della nostra economia che oltretutto è strettamente legato alla conservazione del territorio ci fa pensare sia quella giusta”.