Lo spettacolo è tratto dal romanzo omonimo di Mordecai Richler e vede alla regia Carlo Emilio Lerici. Barney Panofsky (produttore televisivo di successo) è un ricco ebreo canadese figlio di un poliziotto che, passati i sessant'anni, decide - apparentemente controvoglia - di scrivere una autobiografia. Il motivo che spinge Barney a scriverla è dare la sua "versione" dei fatti che hanno portato alla morte del suo amico "Boogie", e liberarsi così dall'accusa di omicidio mossagli dallo scrittore Terry McIver, compagno di Barney al tempo del suo lungo soggiorno a Parigi. Nel corso della stesura delle sue memorie, tuttavia i ricordi di Barney diventano via via confusi. Barney è malato di Alzheimer e così gli episodi del suo passato si intrecciano indissolubilmente con gli avvenimenti del suo presente. Lo spettacolo, così come il romanzo, risulta essere una serie di flashback disordinati: i racconti delle giornate del "vecchio" Barney (acciaccato, abbandonato dalla moglie ed alcolista irrecuperabile), si mescolano alla girandola dei ricordi d'una vita ricca di avvenimenti e incontri straordinari. Tra una divagazione e l'altra, Salines interpreta il suo personaggio con delicatezza senza pari, dando moto e voce ai "segni" della malattia, interagendo con le figure del suo passato, con i sensi di colpa e con le emozioni che nonostante tutto, Barney riesce ancora a rubare al presente.
Antonio Salines, nato alla Spezia nel 1963 è un attore tra i più apprezzati nel panorama nazionale, che con questo spettacolo ha voluto festeggiare i 50 anni di palcoscenico e i 40 anni del Teatro Belli.
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