Mercoledì 18 luglio all’ora del tramonto, a Manarola (Punta Bonfiglio) prosegue il 5 Terre Art Festival albe e tramonti con Tullio Solenghi protagonista di “Odisseo e Penelope”, sul decisivo ed emozionante ritrovo dei due sposi, dopo vent’anni di lontananza, traversie e difficoltà di nuovo sodali, ma solo dopo il superamento di una nuova prova (canto XIX). La rassegna 5 Terre Art Festival albe e tramonti, arrivata alla seconda edizione, è dedicata all’Odissea, proposta canto per canto in uno dei progetti di punta di Teatro Pubblico Ligure, Odissea un racconto mediterraneo, ideato e diretto da Sergio Maifredi, con la consulenza letteraria di Giorgio Ieranò e Marco Nucci.
In Penelope Odisseo ritrova un suo doppio. Penelope è astuta almeno quanto il suo sposo. E’ stata astuta nel tener testa ai pretendenti, inventando l’eterno gioco della tela, ed è astuta ora nel saggiare chi dice d’esserle marito. E se Telemaco e la Nutrice possono credere che l’uomo che hanno davanti è il re di Itaca, che è tornato, che ha ucciso i proci ed ha ristabilito l’ordine, a Penelope questo non basta. Lo mette alla prova ancora una volta. Ordina alle ancelle di spostare il letto nuziale. Solo lei e Odisseo sanno che quel letto è intagliato nel tronco di un secolare ulivo che affonda le radici nella terra dei padri. “Nessun umano lo può spostare!” dice lo straniero. E Penelope si scioglie in un pianto trattenuto da vent’anni. La notte la passeranno ad aversi e a ritrovarsi. Raccontandosi due decenni trascorsi nell’attesa e nel ritorno.
Gli spettacoli, come l’anno scorso, vanno in scena in alcuni dei luoghi più belli della Liguria, in un ambiente unico e noto ai turisti di tutto il mondo, in due momenti speciali della giornata: all’alba e al tramonto, quando la luce naturale riserva agli occhi i suoi effetti più speciali. Teatro fuori orario per un pubblico in cerca alle spalle dei borghi, davanti a santuari che da secoli sono stato eretti per proteggere gli abitanti di questi luoghi isolati e splendidi. Il 5 Terre Art Festival albe e tramonti è realizzato da Teatro Pubblico Ligure con il sostegno di Regione Liguria, Ente Parco Cinque Terre, Comuni di Riomaggiore di emozioni, perché se al tramonto gli spettacoli sono davanti al mare, all’alba si spostano tra i boschi, Monterosso e Vernazza.
Il programma prosegue all’alba di domenica 29 luglio al santuario di Reggio, che si trova spalle di Vernazza, dove al sorgere del sole si potrà ascoltare lo spettacolo concerto Anime migranti, di e con Mario Incudine e Antonio Vasta. Martedì 31 luglio nel santuario di Volastra (Riomaggiore), il tramonto farà da sfondo a “Il Ciclope” con Mario Incudine e Antonio Vasta, che tra canti, musica e racconto daranno vita al canto IX di “Odissea un racconto mediterraneo”, incrociando il respiro epico del poema con la forza immediata del cunto siciliano. Si chiude a Vernazza, alla Chiesa dei Frati, venerdì 3 agosto, al tramonto, quando Maddalena Crippa darà voce proprio a Penelope con le parole del canto XXIII, protagonista di un’intensa prova d’attrice.
“Odissea – Un racconto mediterraneo – spiega Sergio Maifredi - è un progetto permanente, un percorso da costruire canto dopo canto scegliendo come compagni di viaggio i grandi cantori del teatro contemporaneo e quegli artisti che sappiano comunicare in modo estremamente diretto, non con la protezione del “buio in sala” ma guardando negli occhi il proprio pubblico, non proteggendosi dietro gli schermi delle belle luci o di una bella musica di sottofondo ma affrontando a mani nude la parola. Odissea ha debuttato nel 2009 e ha inchiodato ai sedili di pietra dei teatri antichi e di velluto rosso migliaia di spettatori e che a Vernazza, Riomaggiore e Monterosso porta cinque spettacoli affidati ai più grandi interpreti di oggi”.
PROSSIMI SPETTACOLI
Domenica 29 luglio ore 5.40
VERNAZZA – Santuario di Reggio, all’alba
“5 Terre Art Festival albe e tramonti 2018” – II edizione
MARIO INCUDINE e ANTONIO VASTA
ANIME MIGRANTI
Spettacolo concerto
Anime Migranti è una riflessione in musica e parole per non dimenticare da dove veniamo – spiega Incudine –: dalla Sicilia si alza un canto a più voci per raccontare il nostro tempo, un tempo in cui le nostre coste sono teatro di tragedie, di gommoni che non riescono a toccare riva e di mari divenuti ormai cimitero di molti, troppi, disperati. Per questo motivo ho voluto condividere questo progetto con tanti amici, grandi artisti, attori, cantanti, musicisti, perché sia un unico abbraccio, un’unica voce, un’unica bandiera per la pace e l’amore tra i popoli. C’era una Sicilia che ha visto partire, c’è una Sicilia che vede arrivare. Questa è la Sicilia che si è messa a cantare». La migrazione, secondo Incudine, è uno specchio nel quale si riflette la Storia, una tela di occhi che si scambiano sguardi disperati da Palermo a Tunisi, da New York a Baghdad.
"Mario trasmette, reinventa e ricrea. Il cunto nella sua bocca e nei suoi segni espressivi ti fa saltare sulla sedia, ti fa partecipe di vicende secolari, ti diverte ti destabilizza, perché Mario nel suo essere hic et nunc è antico e contemporaneo, giovane e vecchio, con lui siamo nel passato, nel presente e nel futuro, ma non solo noi, lo è l’eredità di cui siamo collettivamente ed individualmente responsabili."
Moni Ovadia
Martedì 31 luglio, ore 20,30
RIOMAGGIORE – Volastra, al tramonto
“5 Terre Art Festival albe e tramonti 2018” – II edizione
MARIO INCUDINE e ANTONIO VASTA
ODISSEA UN RACCONTO MEDITERRANEO
Il Ciclope (Canto IX)
Progetto e regia di Sergio Maifredi
Produzione Teatro Pubblico Ligure
È il primo cunto di Odisseo. È il racconto con cui inizia la "versione di Odisseo". Alla reggia di Alcinoo, Odisseo ascolta Demodoco il cantore narrare della guerra di Troia e dei ritorni degli eroi sopravvissuti. Odisseo piange e si rivela ad Alcinoo. Omero dal racconto in "oggettiva" passa al racconto in "soggettiva". Odisseo dipana per Alcinoo il filo delle sue avventure ed inizia con gli "effetti speciali", con il ciclope Polifemo, certo di catturare l'attenzione del re e di ottenere da lui navi per tornare ad Itaca. Mario Incudine, artista di straordinario talento, attore, cantante, scrittore, dopo il successo de Le Supplici a Siracusa di cui ha firmato la regia con Moni Ovadia e di cui è stato interprete e traduttore in lingua siciliana, affronta a suo modo questo "cunto". Lo trasforma in un vero e proprio canto con musiche scritte appositamente da Antonio Vasta, suo fidato collaboratore.
Il Ciclope di Omero si contamina con la riscrittura di Pirandello e di Sbarbaro, entrambi "traduttori" del Ciclope di Euripide. Ed è interessante notare che Pirandello lo traduca a ridosso della prima guerra mondiale e Sbarbaro della seconda. Il Ciclope anche questo è: la forza bruta contro l'intelligenza, la violenza contro l'accoglienza.
Venerdì 3 agosto, ore 20,30
VERNAZZA, Chiesa dei Frati
“5 Terre Art Festival albe e tramonti 2018” – II edizione
ODISSEA UN RACCONTO MEDITERRANEO
MADDALENA CRIPPA
Penelope (Canto XXIII)
Progetto e regia di Sergio Maifredi
Produzione Teatro Pubblico Ligure
Penelope è il doppio femminile di Odisseo. Anche lei, con un’astuzia, sta ritardando il tempo in cui cedere ed andare sposa di uno dei proci che assediano la sua reggia. E con astuzia non accetterà d’istinto il suo sposo che ritorna dopo dieci anni di guerra e dieci anni di mare, lo metterà alla prova: chiederà alle ancelle di spostare dalla stanza degli sposi il letto, quel letto che proprio Odisseo aveva intagliato in un tronco d’ulivo per radicato a terra. Odisseo a quel punto le rivelerà il segreto che il letto custodisce e le darà quindi prova certa di essere lo sposo atteso da vent’anni.