Mercoledì 24 gennaio 2018 alle 10 al Teatro Civico della Spezia, con ingresso libero, andrà in scena lo spettacolo teatrale “Lettere su Legno” interpretato da Elisabetta Dini e Matteo Taranto. Riccardo Monopoli sarà la voce narrante e gli interventi video saranno a cura di Ines Cattabriga. Lo spettacolo è inserito nella manifestazioni organizzate dall’Amministrazione comunale e dal Consiglio Comunale per celebrare il 27 gennaio “Giorno della Memoria”.
Lettere su legno è uno spettacolo scarno che delega alla corrispondenza epistolare e alla storia la responsabilità di creare una coscienza. Quando si parla di Shoah tutto si trasforma in retorica, perché è talmente palese l'orrore che è stato compiuto che il nostro compito è quello di essere un semplice strumento attraverso il quale tramandare la memoria.
Il testo, scritto dalla stessa Elisabetta Dini, è un delicato racconto epistolare che narra la storia d’amore di Guido e Sara, due giovani ebrei della Firenze degli anni ’30 le cui vite saranno travolte dall’avvento della Seconda Guerra Mondiale. Lo spettacolo è una storia d’amore, ma soprattutto una storia nella storia al cui interno sono inseriti e narrati tantissimi fatti realmente accaduti.
Grazie all'ausilio delle nuove tecnologie il linguaggio sviluppato è diretto e si rivolge ad ogni tipologia di pubblico con l’obiettivo primario di coinvolgere soprattutto il pubblico più giovane che mai come ora ha necessità di sapere e di conoscere.
In scena due leggii, non come supporto, ma come apporto alla scena. l leggii mostrano i momenti intimi dei protagonisti, perché intima è da sempre la scrittura di una lettera.
La drammaturgia è supportata da una minuziosa ricerca storica, che comprende lo studio del tipo di scrittura delle lettere, la musica del periodo fino alla scelta dei contributi video. l video che supportano lo spettacolo sono stati selezionati dopo un'attenta visione di tutti i materiali presenti.
La voce narrante scandisce il tempo che inesorabilmente tutto travolge mentre gli attori in scena questo tempo lo subiscono con le loro emozioni e il loro corpo. Il tutto, condensato in un'ora circa di visione, vuole far emergere un messaggio: il prezzo pagato è troppo alto per permetterci di dimenticare.
L’ingresso è libero.