Il punto di incontro è previsto nel parcheggio adiacente al cimitero di Tellaro (Via Fiascherino). La durata dell'evento sarà pari a 3h circa e comporterà la visita dei due paesi con adeguata sosta fotografica e il racconto della storia del luogo.
È richiesto abbigliamento sportivo, meglio se con pantaloni lunghi e scarpe da ginnastica o trekking.
Per gli associati l'evento è gratuito, per i non associati il costo è pari a euro 5,00.
Brevi Cenni Storici
A 138 metri s.l.m., Portesone, antico villaggio agricolo - pastorale presenta poche case diroccate, soffocate dalla folta vegetazione, ma la struttura perimetrale del paese è ancora visibile. Come nei più classici villaggi di agricoltori, le case in pietra erano strutturate su due piani: il livello inferiore era adibito a stalla, mentre le abitazioni erano al primo piano, raggiungibili da scale in legno, esterne e mobili, che purtroppo non sono più visibili, causa la completa disintegrazione. Queste case "torri" erano indispensabili soprattutto per difendersi dalle frequenti incursioni da parte dei pirati. Nel XVI secolo la peste colpì gravemente gli abitanti di questo borgo e i sopravvissuti si rifugiarono a Barbazzano, altro paese oggi abbandonato raggiungibile seguendo il sentiero che da Portesone prosegue in piano. Tra faggi e cipressi, e qualche campo coltivato, ci si lascia alle spalle qualche nuova abitazione e un tipico muretto a secco, a 115 metri s.l.m. l'antichissimo borgo di Barbazzano, già menzionato nel 981 in un diploma di Ottone II, divenne comune sotto la protezione di Pisa. Dall'anno 1152 il borgo fortificato compare in alcuni documenti insieme al castello di Ameglia con il quale condivise le sorti e la storia, poiché Barbazzano presidiava l'omonimo distretto nella curia di Ameglia e da lì passava l'antica via che metteva in comunicazione l'attuale litorale lericino con la vallata del Magra ma soprattutto con il castrum di Ameglia, sede del vescovo.
La leggenda vuole che Barbazzano venne distrutto da un'invasione saracena nel XV secolo, ma non fu così: nel XIV secolo, la peste provocò l'abbandono del borgo e la nascita di Tellaro e Fiascherino.