Grazie alla discreta quantità di materiale posseduto e a quello analizzato, confrontato con quanto conservato in altri importanti archivi italiani e con quanto disponibile come risorsa digitale, si è potuto ricostruire in mostra, e nel catalogo a corredo, una fisionomia più precisa dell'uomo e del fotografo, dal momento del suo arrivo nella città ligure, allo sviluppo delle sue dinamiche attività. Ampliando poi la ricerca alle collezioni private, grazie alle quali è stata implementata notevolmente la sezione dedicata ai ritratti, questa esposizione contribuisce alla ricostruzione della vicenda di un fotografo importante per la città della Spezia e non solo.
Pietro Tempestini (1843-1917) fa parte di quella generazione di fotografi che partecipano all'evoluzione e alla conseguente divulgazione della tecnica fotografica nella seconda metà dell'Ottocento. La sua esperienza attraversa il periodo di passaggio tra l'età del collodio e l'età della gelatina - bromuro d'argento che apre la strada alla produzione di lastre ed emulsioni veloci su scala industriale, segnando il tramonto definitivo della figura del fotografo artigiano degli albori.
Percorrendo le tappe del progresso fotografico Tempestini contribuisce a costituire il nerbo della professione, soprattutto quando la fotografia di ritratto si pone al centro dell'interesse generale oltre che del mercato, affermandosi come "fatto" d'interesse sociale e di costume.
Dinamico, di certo intraprendente, organizzato professionalmente, conduce una vita forgiata dall'impegno quotidiano e dà un carattere moderno e imprenditoriale all'attività, investendo contemporaneamente in più luoghi, avviando nel giro di pochi anni numerosi studi, distribuiti nell'alta Toscana fino a sconfinare alla Spezia, dove opererà per 30 anni a cavallo tra i due secoli.
Qui sotto l'invito con date ed orari della mostra.